Conclude il suo primo anno di attività l’“Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia Romagna” costituito dalla CGIL Emilia Romagna per monitorare, attraverso i dati resi disponibili dall’INAIL, quanto avviene nella nostra regione riguardo alla sicurezza dei luoghi di lavoro.

 

Nel 2022 l’Osservatorio ha registrato:

81.170 infortuni denunciati (+9,6% rispetto ai 74.066 del 2021);
5.703 malattie professionali denunciate (+2,2% rispetto alle 5.578 del 2021);
88 denunce di infortunio con esito mortale (nel 2021 sono state 110).
I settori che nel 2022 hanno registrato il numero maggiore di morti sul lavoro in Emilia-Romagna sono:

  • trasporto e magazzinaggio (21 infortuni mortali denunciati);
  • agricoltura (11);
  • costruzioni (7);
  • commercio e riparazione (7)
  • alloggio e ristorazione (5).

Dopo la crisi economica del 2020 a causa della pandemia, il 2021 ed il 2022 hanno rappresentato il tentativo di agganciare la ripresa, pur risentendo degli effetti della guerra in Ucraina.

Purtroppo, però, per il secondo anno consecutivo continuiamo a registrare un aumento preoccupante degli infortuni sul lavoro (+9,2% nel 2021, +9,6% nel 2022), che continuano a colpire in maniera più dura le lavoratrici e i lavoratori dei settori più fragili ed esposti (donne, migranti, precari, il sistema degli appalti e dei subappalti).

Basta osservare i dati dei settori in cui si registrano il maggior numero di denunce di infortunio: 7.359 denunce nel settore del trasporto e magazzinaggio, 6.904 denunce nella sanità (in cui si evidenziano ancora gli effetti del Covid-19), 5.279 denunce nel commercio, 4.496 denunce nel settore delle costruzioni, 3.904 denunce in agricoltura e agroindustria.

I dati consegnano un imperativo: il tema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro deve tornare a essere una priorità assoluta per le istituzioni a tutti i livelli.

Si tratta di una strage insopportabile. Nel 2022 in Italia hanno perso la vita sul lavoro 1.090 lavoratrici e lavoratori (una media di tre al giorno), dei quali 88 in Emilia-Romagna. Un dato che in questa regione, seppur in lieve calo, resta ancora tragicamente alto.

Per queste ragioni abbiamo condiviso con la Regione e i soggetti firmatari del “Patto per il lavoro e il clima”, il protocollo “Tutela della Salute e della sicurezza sul lavoro” al quale bisogna ora dare piena operatività.

Chiediamo quindi che, a tutti i livelli, vengano realizzati investimenti sulla prevenzione e per sviluppare la cultura della sicurezza sul lavoro nelle scuole, sul rafforzamento dei controlli e degli organismi ispettivi, sulla formazione, e sulla partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla definizione dei modelli organizzativi che garantiscano la loro sicurezza.

Il governo assuma come priorità la tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro e dia risposta alle rivendicazione delle organizzazioni sindacali.

Allo stesso tempo devono essere istituiti in tutti i territori i tavoli provinciali e gli osservatori che garantiscano, da parte degli enti locali e da tutte le istituzioni preposte la presa in carico delle problematiche legate a: sicurezza sul lavoro, sfruttamento e legalità, gestione dei siti, delle filiere e dei distretti più complessi.

Per fermare la strage nei luoghi di lavoro bisogna ricostruire il legame tra sicurezza legalità e qualità del lavoro, con il protagonismo di lavoratrici e lavoratori e la responsabilità di imprese e istituzioni.

(CGIL Emilia Romagna)