Dal punto di vista organizzativo, per l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena la sospensione dell’attività di travaglio e parto presso il Punto Nascita di Mirandola, che si è resa necessaria di recente, non comporta novità di rilievo. “Da sempre collaboriamo alla rete provinciale accogliendo le donne con gravidanze ritenute a rischio che vengono centralizzate su Modena, dove è anche presente la Terapia intensiva Neonatale”, così ha commentato il prof. Fabio Facchinetti, Direttore dell’Ostetricia e Ginecologia del Policlinico. “E in questi giorni, come è sempre avvenuto in passato, stiamo accogliendo donne con gravidanze fisiologiche e a basso rischio che spontaneamente decidono di partorire presso punti nascita di secondo/terzo livello.”
“Dal punto di vista clinico – ha aggiunto Facchinetti – la sospensione dell’attività di assistenza al parto su Mirandola va nell’ottica di massima tutela delle partorienti e dei nascituri che devono sempre essere al centro dei nostri pensieri. La gravidanza anche quella che procede naturalmente, è un evento che può presentare dei rischi inattesi sia per la madre sia per il bambino. Per questo motivo è importante che il parto avvenga in una struttura dove siano presenti tutte le competenze cliniche in grado di rispondere a ogni evenienza, chirurgica, rianimatoria, neonatologica. In questi mesi, in una logica di rete, abbiamo messo a disposizione dei colleghi di Mirandola turni di guardia mensili assicurati dai nostri professionisti, una disponibilità che, per le criticità presenti anche presso la nostra sede, abbiamo sempre più difficoltà a rinnovare”.
In quando Presidente del Società Italiana di Medicina Perinatale – ha concluso Facchinetti – sono convinto che sia necessario ragionare su modelli organizzativi che possano rispondere alla difficoltà di reperire medici ostetrici e neonatologi, problema su scala nazionale e comune ad altre specialità di emergenza (pensiamo ai medici di pronto soccorso e alcune branche della chirurgia). Per allocare nel modo migliore le risorse professionali disponibili occorre pensare ad un modello di rete per affrontare i problemi in modo globale e sviluppare l’assistenza in gravidanza e soprattutto quella post-partum, tematiche già affrontate in altri distretti della nostra provincia, quando le nuove mamme e le nuove famiglie hanno molto bisogno di sostegno”.