La carenza di figure di ginecologi, che impatta sulle attività della Struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Santa Maria Bianca, è cosa nota da tempo. A determinare la difficile situazione è l’esito negativo di tutte le molteplici attività di reclutamento messe in atto da parte dell’Azienda sanitaria e più volte comunicate.
Da tempo l’Ausl, di concerto con la Regione e le altre Aziende sanitarie modenesi, ha lavorato per il reperimento di personale, e continuerà a farlo, con strategie diversificate: concorsi pubblici ripetuti in corso d’anno e sempre aperti, scorrimento di graduatorie di concorso di altre aziende regionali, contratti di libera professione, contratti Covid per specializzandi (ora non più realizzabili), accordi con professionisti di Azienda Ospedaliero – Universitaria e Ospedale di Sassuolo per l’acquisizione di turni di attività aggiuntiva. Fino all’acquisizione di personale tramite cooperative che necessità però, come sempre ribadito, del supporto funzionale dei professionisti strutturati.
Fino ad oggi l’assistenza è stata garantita in particolare grazie alla grande professionalità e dedizione del Direttore dell’UOC Alessandro Ferrari e di altri due ginecologi, uno dei quali andrà in pensione in questi giorni. Si stanno dunque valutando attentamente le condizioni idonee sia dal punto di vista clinico e del rischio, sia dal punto di vista della continuità assistenziale necessaria a garantire la corretta presa in carico delle pazienti, nella logica di rete che caratterizza l’assistenza perinatale in provincia di Modena. Al centro rimane infatti la tutela delle donne e dei bambini del distretto mirandolese, che sono l’obiettivo prioritario, da sempre, di ogni iniziativa messa in atto dall’Azienda sanitaria in questi ultimi anni, insieme alla tutela dei propri professionisti.