Seppur di poco, ma aumentano le imprese giovanili. A determinare la tendenza positiva, è la ripresa economica legata alla minore incidenza della pandemia e alle misure di sostegno introdotte. È quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Alla fine del 2021 le imprese attive giovanili emiliano-romagnole sono risultate 26.680 con un incremento di 459 unità (+1,8 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2021.
Un dato significativo in quanto, a livello regionale, anche le imprese non giovanili sono aumentate, ma in misura più contenuta (+0,6 per cento, +2.387 unità).
Il trend delle imprese giovanili è assai diverso se si considerano due sottoinsiemi non disgiunti: le imprese di giovani donne (giovanili e femminili) e quelle di giovani stranieri (giovanili e straniere). Le imprese femminili giovanili sono risultate 7.241 pari al 27,1 delle imprese giovanili regionali. Sono concentrate in tre divisioni di attività: commercio al dettaglio (18 per cento), ristorazione (13,8 per cento) e servizi per la persona (13,5 per cento). C’è un minimo decremento dello 0,2 per cento (+11 imprese)
Alla stessa data le imprese giovanili straniere sono risultate 7.418 pari al 27,8 delle imprese giovanili dell’Emilia-Romagna. Sono fortemente concentrate soprattutto nelle costruzioni (29,9 per cento), quindi in misura minore nel commercio al dettaglio (16,1 per cento), nella ristorazione (11,6 per cento) e nelle altre attività di servizi per la persona (4,6 per cento). Le imprese giovanili straniere sono aumentate (+1,6 per cento, +119 imprese), rispetto a dodici mesi prima.
I settori di attività economica
Nel trimestre la consistenza delle imprese giovanili è aumentata in tutti i macrosettori, ma non in modo omogeneo. L’incremento è stato determinato dalle costruzioni dove lo sviluppo è stato evidente (+7,3 per cento, +323 imprese), grazie soprattutto alla realizzazione di edifici (+9,3 per cento) e ai lavori specializzati (+258 unità, +6,8 per cento).
In seconda battuta dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+184 unità, +16,7 per cento), che è risultata la più consistente tra tutte le sezioni e nell’ambito della quale spiccano i notevoli incrementi delle imprese attive nella pubblicità e ricerche di mercato (+24,6 per cento, +79 unità) e di quelle delle attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale (+19,9 per cento, +58 unità).
Considerando l’insieme dei servizi appare immediatamente un rallentamento che ha condotto a un aumento di solo 142 imprese (+0,8 per cento). In particolare, la dinamica è risultata positiva per l’insieme dei servizi diversi dal commercio (+156 imprese, +1,4 per cento), negativa nei servizi di alloggio e ristorazione (-146 unità, -4,8 per cento), settori particolarmente colpiti dalle conseguenze della pandemia. In flessione pure le attività di trasporto e magazzinaggio (-5,4 per cento, -36 imprese).
Una nota dolente viene dal settore del commercio (-0,2 per cento, -14 imprese), in quanto la ripresa nel dettaglio (+53 unità, +1,6 per cento) non ha compensato un arretramento delle imprese nell’ingrosso (-55 unità, -2,6 per cento) e nel commercio e riparazione di veicoli.
La base imprenditoriale giovanile dell’industria ha rafforzato la tendenza positiva (+15 unità, +0,8 per cento). L’aumento è derivato dalla crescita dalle imprese manifatturiere (+20 unità, +1,1 per cento), soprattutto dall’aumento delle attive nella fabbricazione di prodotti in metallo (+40 unità, +9,0 per cento) e quindi nella riparazione, manutenzione e installazione di macchine (+13 unità, +5,1 per cento). Al contrario, si sono ridotte ancora sostanzialmente le imprese della moda (-50 unità, -13,1 per cento), in particolare le attive nelle confezioni (-34 unità, -11,9 per cento).
Infine, è proseguito il recupero delle imprese giovanili attive nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+21 imprese, +0,9 per cento).
La forma giuridica
L’incremento delle imprese giovanili è principalmente da attribuire alle ditte individuali, che dopo dieci anni di riduzioni hanno confermato l’inversione di tendenza in positivo e hanno accelerato sensibilmente la loro crescita (+310 unità, +1,6 per cento).
Anche le società di capitale hanno messo a segno un ulteriore incremento (+3,9 per cento, +174 unità). Le società di persone invece, non sono riuscite a invertire la tendenza negativa (-1,6 per cento, -25 unità): continua a incidere l’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata. Le imprese costituite sotto altre forme, cooperative e consorzi sono rimaste invariate.