“Condividiamo senz’altro l’appello della Consulta regionale della Pastorale della Salute della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna, perché siamo assolutamente conviti e consapevoli dell’importanza di poter avere accanto i familiari e gli affetti più cari di quanti sono ricoverati negli ospedali o sono degenti nelle strutture sociosanitarie. La vicinanza dei propri cari e il calore umano hanno un valore essenziale per chi soffre, anche terapeutico. E il prezzo imposto da questa pandemia, anche in termini di distanziamento fisico, è stato più alto proprio per i degenti e i loro familiari”.
Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, sulla richiesta della Consulta regionale della Pastorale della Salute della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna, presieduta dal vescovo di Cesena-Sarsina, Douglas Regattieri, di cambiare le regole, dettate dalle norma anti-Covid 19, sulla presenza dei familiari e degli affetti più cari a quanti sono ricoverati negli ospedali o sono degenti nelle strutture sociosanitarie.
“Per questo -aggiunge l’assessore- le decisioni regionali assunte nelle ultime settimane vanno proprio in questa direzione. In particolare, un atto assunto nei giorni scorsi, per quanto riguarda l’ambito ospedaliero, prevede il pieno accesso dei familiari nei reparti non Covid, regolamentato da comportamenti che assicurino la sicurezza sanitaria. E, anche per i reparti Covid, le direzioni sanitarie sono tenute a individuare modalità che permettano le visite e la permanenza di fianco ai propri cari”.
Analogamente a quanto vale per gli ospedali, anche nelle strutture sociosanitarie si è andati nella stessa direzione, adottando le linee guida ministeriali che hanno assicurato maggiore flessibilità per le visite, con l’obiettivo di consentire alle familiari visite più frequenti e permanenze più prolungate, nella consapevolezza che sono proprio i familiari a tenere al benessere e alla salute dei propri cari.
“È per noi estremamente apprezzabile -chiude Donini– la disponibilità manifestata dalle Diocesi e dai cappellani ospedalieri a collaborare con le aziende sanitarie, gli operatori della sanità e tutte le associazioni per contribuire a migliorare questi aspetti negli ospedali e in tutte le strutture sociosanitarie di ricovero”.