Vincenzo Colla (Copyright: Regione Emilia-Romagna A.I.C.G. – Autore: Ballardini Pietro)

La marcia è iniziata, con slancio e responsabilità, ma sarà lunga. Strade verso il raggiungimento della piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica che potrebbe vedere le imprese di grandi dimensioni assumere un ruolo importante per orientare il mercato e incidere sulla catena dei subfornitori, stimolando così anche le aziende meno strutturate.

A dirlo sono i risultati dell’indagine sul ‘Profilo di sostenibilità delle imprese in Emilia-Romagna’ svolta dalla Regione in collaborazione con l’Università di Bologna e che ha preso in esame un campione rappresentativo di 2.500 aziende che hanno avuto accesso a contributi pubblici negli ultimi tre anni.

“Questo studio- sottolineato l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla- è per noi il punto di partenza di un’azione di monitoraggio sulla transizione ecologica del mondo produttivo. Potremo infatti misurare meglio l’efficacia e gli impatti delle misure pubbliche per migliorare la sostenibilità delle nostre imprese, al fine di affermare un futuro di crescita equa e diffusa, nel rispetto delle persone e dell’ambiente”.

L’indagine è andata a sondare in profondità diversi aspetti della vita aziendale. Dalle modalità di selezione e gestione dei fornitori alle relazioni con i clienti e consumatori al welfare aziendale. Dalla gestione delle risorse materiali (comprese plastiche e rifiuti, idriche ed energetiche, sistemi di gestione ambientale, ecodesign) fino alla comunicazione e relazioni con il territorio e la comunità.

“Come abbiamo condiviso nel Patto per il Lavoro e per il Clima- spiega Colla- puntiamo a uno sviluppo nuovo, improntato al rispetto del pianeta e alla preservazione delle risorse naturali attraverso una transizione che non metta a rischio il capitale produttivo e quello naturale, l’occupazione delle persone e il benessere della società. Anche alla luce degli impatti economici e sociali della guerra, è necessario ripensare il sistema degli approvvigionamenti, sostenendo riorganizzazioni produttive, produzioni locali e filiere sempre più corte”.

“Le grandi imprese hanno un ruolo fondamentale per innestare e accompagnare questi processi di cambiamento. La grande sfida che abbiamo di fronte- conclude l’assessore- è intervenire con misure appropriate sulle intere filiere, per accompagnare la transizione in quelle realtà meno strutturate, che necessitano del sostegno pubblico per investire in processi di innovazione non più rinviabili”.

L’indagine
Lo studio rileva che il 58% delle aziende che hanno avuto accesso a contributi regionali negli ultimi tre anni si colloca in una fase ancora iniziale del percorso, il 35% si attesta su un profilo intermedio, dichiarando di avere già in corso diverse azioni correlate agli obiettivi di sostenibilità e il 7% esprime un profilo avanzato e una strategia complessiva capace di integrare obiettivi sociali e ambientali. Tra i partecipanti al ‘Premio innovatori Responsabili’, annuale riconoscimento della Regione sulla responsabilità d’impresa, il 42% mostra un livello elevato di sostenibilità, il 56% si attesta su valori intermedi e il 12% risulta ancora all’inizio del percorso. L’investimento nell’innovazione sostenibile è ancora visto dalla maggioranza delle imprese come un costo in conflitto con altre priorità di investimento e il 70% degli intervistati ritiene fondamentali gli incentivi pubblici, in particolare per sostenere la transizione delle PMI e delle microimprese.