L’Assemblea di Confindustria Ceramica, riunitasi oggi presso la sede di Sassuolo, ha ri-eletto con il 99,6% dei voti validi Giovanni Savorani quale Presidente dell’Associazione per il biennio 2022 – 2023. L’Assemblea ha anche confermato i cinque vicepresidenti: Augusto Ciarrocchi, Luigi Di Carlantonio, Franco Manfredini, Filippo Manuzzi ed Emilio Mussini.
Giovanni Savorani, nato a Faenza (RA) 73 anni fa, è sposato ed ha due figli. Diplomatosi al corso di perfezionamento tecnico dell’Istituto Statale d’Arte per la ceramica di Faenza nel 1968, per sette anni è stato il responsabile di produzione della ceramica Barbieri e Burzi a Bologna per poi diventare il responsabile tecnico della CAST, società di assistenza tecnica, dove è rimasto per dieci anni a partire dal luglio 1977. Nell’aprile 1987 entra in Cooperativa Ceramica di Imola per gestire il nuovo stabilimento del gres porcellanato e nel giugno del 1990 è in Sacmi Imola con l’incarico di Direttore Vendite, che lascia nel novembre del 1994 per entrare in Ceramiche La Faenza con l’incarico di Direttore Generale. A maggio 2005 assume l’incarico di Direttore Generale di Cooperativa Ceramica d’Imola. Nel luglio 2006 inizia la sua attività imprenditoriale fondando Gigacer spa, di cui riveste il ruolo di Presidente del Consiglio di Amministrazione sin dalla fondazione. Giovanni Savorani è presidente di Confindustria Ceramica dal giugno 2018. Precedentemente è stato membro del Consiglio Generale dal 2013 e della Commissione Normazione Tecnica.
Gigacer spa opera in uno stabilimento nel distretto ceramico di Imola – Faenza con una capacità produttiva di 1,2 milioni di metri quadrati e 73 dipendenti. Particolare attenzione è stata data nel tempo alla qualità del prodotto, alla sicurezza sul lavoro ed alla sostenibilità ambientale. E’ nata utilizzando la innovativa tecnologia “Continua” dei grandi formati con la quale ha, fin dal 2007, sviluppato pavimenti in gres porcellanato. Nel 2007 ha utilizzato anche sistemi non in linea con le consuetudini, in particolare ha adottato la pallettizzazione in orizzontale anziché in verticale e ridotto al minimo indispensabile i materiali per l’imballaggio.