Il modenese Carlo Piccinini è il nuovo presidente di Confcooperative Fedagripesca, l’associazione che rappresenta 3.148 imprese agroalimentari e della pesca, con oltre 411 mila soci, 73.520 addetti, per un fatturato che supera i 30,5 miliardi di euro (pari a oltre il 20% del made in Italy agroalimentare).
Quarantanove anni, laureato in Economia e Commercio, Piccinini è presidente di Confcooperative Modena, vice presidente della Cantina di Carpi e Sorbara ed è stato alla guida di Fedagripesca Emilia-Romagna dal 2014 al 2022.
L’elezione di Piccinini è arrivata nel corso dell’assemblea nazionale svoltasi oggi a Roma alla presenza di oltre 300 delegati. Piccinini subentra a Giorgio Mercuri, rimasto in carica due mandati.
«Sono onorato di assumere questo incarico che mi appresto a rivestire con determinazione e senso di responsabilità – ha dichiarato il presidente neoeletto – Raccolgo in eredità da Mercuri, che ringrazio per il grande lavoro svolto, una federazione in salute.
Oggi però le nostre imprese vivono un momento di grande difficoltà, dovuto all’aumento generalizzato dei costi delle materie prime, energetici e produzione, e per la carenza di manodopera in un quadro segnato dall’instabilità geopolitica causata dalla guerra.
Sul piano interno si fa sentire la morsa dell’aumento dei prezzi al consumo, la crescita dell’inflazione e la contrazione della spesa alimentare».
Per difendere la competitività delle imprese dell’agroalimentare e della pesca, occorre «tutelare prima la sostenibilità economica delle imprese chiamate a perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale e che si proceda con cautela con la transizione green delineata dall’Europa attraverso la strategia Farm to fork, rimandando i tempi di attuazione per rendere realmente raggiungibili gli obiettivi introdotti a livello europeo e internazionale».
In tema di occupazione, secondo Piccinini, «è necessario aumentare la produttività del lavoro ferma in Italia da più di vent’anni. I salari bassi rendono poco attrattivo il mercato del lavoro nel nostro Paese rispetto ad altri paesi concorrenti, sia per I lavoratori stranieri che per quelli italiani».
Lo scenario non cambierà finché il costo del lavoro rimarrà così alto
«È necessario ridurre il cuneo fiscale, – ha detto Piccinini – finanziare la formazione professionale in generale, ma soprattutto in azienda, supportare le aziende negli investimenti in nuove tecnologie che rendano più efficiente l’utilizzo della manodopera.
La mancanza di manodopera, l’assenza di turn over nella pesca e la carenza di competenze tecniche e specifiche in materie informatiche, operative e logistiche rischiano di paralizzare il sistema.
La forte pressione fiscale e contributiva sul lavoro incide sulla competitività delle imprese. Molte aziende sono pronte ad assumere, ma mancano i lavoratori e le competenze necessarie. Il pericolo è che le imprese e interi comparti produttivi del made in Italy possano perdere la propria competitività».
Nel mondo cooperativo negli ultimi anni c’è stato un incremento significativo delle imprese che hanno svolto percorsi formativi sull’innovazione. Nel 2021 il 41% delle cooperative ha avviato, sebbene in modo destrutturato e occasionale, attività formative a supporto dell’innovazione. Un altro 23% ha intrapreso iniziative formative strutturate e pianificate su tematiche legate all’innovazione.
Le cooperative hanno avviato anche un percorso di transizione verso un’economia sempre più sostenibile.
Nove cooperative su dieci di Fedagripesca hanno intrapreso nel 2021 almeno un’iniziativa riconducibile allo sviluppo sostenibile, dall’investimento in tecnologie rispettose dell’ambiente (40%), all’acquisto e utilizzo di materiali di minore impatto (27,3%), dall’avvio di percorsi formativi e informativi interni sulla sostenibilità (26%), alle iniziative di risparmio energetico e riduzione dei consumi (24%), al riciclo e riuso dei materiali (17%).