Tra i progetti candidati dai comuni della regione alla linea B del Bando Borghi, chiusosi recentemente, c’è anche il progetto di Minozzo. Una iniziativa che prevede la nascita del primo museo-laboratorio del Parmigiano Reggiano di montagna, con sezioni dedicate alla antica Pieve di Minozzo, alla Rocca estense, alla storia e al presente dell’agricoltura.
“Qui si propone di realizzare un centro attrattore accanto a una latteria funzionate – spiega Giuseppe Vignali, direttore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano -, capace di mettere insieme i valori della migliore agricoltura di montagna, con quelli storici e culturali e ambientali di un’antica capitale come Minozzo: obiettivi sono il turismo scolastico, quello enogastronomico, quello naturalistico ambientale oltre a un richiamo per recuperare residenze nel borgo”.
“Il progetto è stato proposto dal Comune col supporto proprio del Parco nazionale dell’Appennino – spiega Elio Ivo Sassi, sindaco di Villa Minozzo – avrà la collaborazione degli Amici della Rocca e dell’Istituto Mandela di Castelnovo ne’ Monti. Attraverso la sua realizzazione si darà valore all’area promuovendo l’avvio di un centro di documentazione sulla storia civile, religiosa, culturale”.
“Ricordo – aggiunge Sassi – la forte trazione agricola di Minozzo che qui ha un rinomato Caseificio sociale, forte di una competenza altamente specializzata, punto di tenuta di nove aziende agricole del territorio. Nel comprensorio di produzione del Parmigiano Reggiano siamo in uno dei punti a più elevata altitudine”.
La struttura ospiterà uno spazio per accogliere l’esperienza dell’Istituto Mandela che, attualmente, dispone di un museo sito in località San Bartolomeo, realizzato nel tempo grazie alle donazioni di numerosi privati che, ora, saranno coinvolti in questo nuovo percorso. “Costituire una sinergia tra le scuole, attività agricole, ambiente e tenuta del territorio – commenta Monica Giovanelli, preside dell’Istituto Nelson Mandela – in un paesaggio contraddistinto dai campi lavorati a foraggere è l’elemento che ha spinto il nostro Istituto a valorizzare in modo nuovo il ricchissimo patrimonio di civiltà contadina che già deteniamo. Realizzeremo anche laboratori capaci di intrecciare la memoria del luogo e quel trasferimento di capitale sociale che è alla base della rigenerazione socio-culturale ed economica del territorio”.
Nel nascente museo ci sarà lo “Spazio del Dialogo” dedicato ad attività laboratoriali dove le tematizzazioni della “terra” e del “tempo”, con una attenzione alla valorizzazione del paesaggio del Parmigiano Reggiano in stretta collaborazione con ‘L’Archivio Sereni’ e l’Istituto Cervi, presso i quali è anche istituita una scuola che ne promuove studi e approfondimenti. Nel museo anche allestita una sezione dedicata a documentare la storia antica della Rocca, per secoli sede di podesteria estense, attraverso l’esposizione di reperti, di documentazione fotografica e di strumenti multimediali.
Per il Parco e il Comune: “questo progetto può generare un volano per l’occupazione nei servizi a partire dalla necessità di alcune unità di personale sin dalla sua attivazione. La gestione prevederà, oltre ai laboratori, visite guidate alla Pieve e alla Rocca ed esperienze sensoriali e di scoperta all’interno del caseificio”.
“La presenza di visitatori, studenti o turisti – aggiungono i due enti – dovrebbe comportare un incremento sia per la vendita diretta delle produzioni locali sia per la di domanda di accoglienza turistica e ristorazione, che può coinvolgere diverse realtà economiche, presenti”.
Il comune di Villa Minozzo è parte di reti e attrattori turistici più vasti come la Via Matildica del Volto Santo, il Sentiero Italia, il Sentiero Spallanzani, il percorso dell’ Appennino Bike Tour. È in campo anche la candidatura a patrimonio dell’Umanità della vicinissima area dei Gessi Triassici.