Ph. Alice Borelli

I fedeli ieri sera, venerdì 25 marzo 2022, hanno riempito la Basilica della Beata Vergine del Castello di Fiorano e l’attiguo Salone del Pellegrino, dov’era in funzione un maxischermo, per partecipare alla Messa solenne, presieduta da Mons. Arcivescovo Erio Castellucci, arcivescovo e abate, a conclusione della Novena dell’Annunciazione alla Beata Vergine Maria,

Come ha raccontato nel saluto iniziale il parroco Don Antonio Lumare: “Quando ho pensato alla novena e alla celebrazione del 25 marzo in modo più solenne, mai avrei immaginato che si potesse caricare di questo significato: consacrazione dell’Ucraina e della Russia al cuore immacolato di Maria”.

Come simbolo e segno che “la nostra preghiera è soprattutto per la pace” è stata accesa una lampada, posta davanti all’immagine miracolosa della Beata Vergine del Castello.

La lampada è stata riempita da 7 persone per rappresentare tutta la comunità cristiana: una bambina, un giovane, un’adulta e un adulto, un’anziana, una famiglia di sfollati ucraini e una signora di origine russa, impegnata ora come interprete in supporto della Caritas nell’accoglienza dei profughi ospitati presso famiglie fioranesi.

Nell’omelia Mons. Castellucci ha portato alla riflessione la crocifissione e l’affidamento di Giovanni e del genere umano a Maria: “Ecco tuo figlio”. La Madonna riconsegna al Padre il Figlio dell’Altissimo e diventa Madre di un uomo pieno di difetti. “Ecco tuo figlio così ferito, sconvolto dalla pandemia e dalla guerra, che non riesce a conservare la pace nel cuore, che trova sempre motivo di odio e di violenza, che soffre, che è vittima, che fugge nei profughi, che è ammalato, che muore, che subisce angherie di ogni tipo.  Ecco tuo figlio. Noi siamo nelle braccia di Maria.

E Gesù dice a Giovanni ‘Ecco tua madre’. “Questo ci conforta – ha detto ancora l’Arcivescovo – Celebrare l’affidamento di Maria in questo contesto così drammatico, significa riconoscere che abbiamo una Madre, che siamo figli sbandati, che siamo incapaci di vivere da fratelli e sorelle tra di noi, ma abbiano una Madre il cui abbraccio è più grande del nostro odio. Veglia su di noi, soffre per noi, intercede per noi. Non siamo sbandati nel deserto. Siamo sofferenti nelle braccia di una Madre. Pur essendo incapaci di custodire il dono della pace, ci sentiamo custoditi dalla Regina della Pace”.

La basilica della Beata Vergine del Castello è aperta tutto il giorno e sono a disposizione sacerdoti, in chiesa o in canonica, per le confessioni e per incontrare i fedeli.