«Condividiamo in pieno la decisione del Consiglio comunale di Modena di conferire la cittadinanza onoraria postuma a Marco Biagi, le cui idee restano per noi un prezioso patrimonio culturale».
Lo afferma la segreteria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo ricordando il docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia ucciso dalle Br vent’anni fa – il 19 marzo 2002 – mentre rincasava a Bologna.
«Apprezzavamo Marco Biagi, era uno degli intellettuali di riferimento della Cisl a livello regionale e dell’Isfel, il nostro istituto di studi e formazione – ricorda Papaleo –
Biagi era un sostenitore convinto del dialogo sociale, aveva colto le trasformazioni del mondo del lavoro per effetto delle nuove tecnologie e la necessità di una maggiore adattabilità della contrattazione alle esigenze della produzione, ma ponendo sempre al centro la persona umana, i suoi diritti, la dignità del lavoro.
Alla base del suo impegno c’era la consapevolezza che le dinamiche del lavoro devono essere governate dallo scambio libero e autonomo delle parti sociali.
Sosteneva – continua Papaleo – che il problema era (e rimane tuttora) l’insufficienza di strumenti per migliorare l’occupabilità: le politiche attive del lavoro, i servizi per l’impiego, la formazione permanente, l’alternanza scuola-lavoro, un uso appropriato e non utilitaristico dei tirocini da parte delle aziende.
Dobbiamo aprire un confronto che porti a un nuovo Statuto della persona nel lavoro. Questo non significa affidarsi a una legge calata dall’alto, ma aprire un cantiere di elaborazione e azione congiunta di tutti gli attori sociali, economici e istituzionali, con il comune obiettivo – conclude la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale – di mettere al centro nuove tutele e responsabilità nell’era digitale».