Autotrasporto, monta la rabbia. Il rincaro dei carburanti è la goccia che potrebbe far traboccare il vaso. A lanciare l’allarme sono le associazioni dell’autotrasporto che, unite sotto la sigla Unatras, hanno scritto una lettera preoccupatissima al Governo, al quale chiedono di andare “oltre l’indifferenza” dando risposte concrete già dall’incontro fissato per il 17 febbraio prossimo.
Quello che si è abbattuto sul mondo dell’autotrasporto è un ciclone spaventoso. Il malcontento è diffuso nei territori tra le imprese e sta generando fenomeni di rabbia che rischiano di sfociare in proteste incontrollate.
“C’è il rischio concreto che sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare. –Commenta sconsolato Francesco Abate, presidente di CNA FITA Modena – Ora però la situazione è allarmante: i prezzi al litro hanno raggiunto i massimi storici, superando i record negatici del 2012. Ai prezzi attuali del gasolio, secondo i calcoli di CNA Fita, i costi di gestione di un camion aumentano di oltre 10.00 euro l’anno, con un impatto che supera l’8% dei valori indicativi dei costi di esercizio.
Il caro-carburante è ancora più pesante per i veicoli green. Un camion a metano deve sopportare un rincaro del carburante dell’86,60% che si traduce in un aumento di spesa di oltre 18mila euro l’anno. Un paradosso, secondo l’Associazione degli autotrasportatori aderenti a CNA, che penalizza le imprese che hanno effettuato investimenti green
Ma gli aumenti vertiginosi riguardano anche l’additivo AdBlue per i veicoli più moderni e il GNL (gas naturale liquefatto). Parliamo di aumenti generalizzati di oltre il 25% in un anno, con maggiori costi per oltre 535 milioni di euro che l’autotrasporto non riesce a ribaltare sui propri committenti e che finiscono per scaricarsi interamente sui già risicati margini di profitto delle aziende.
“Il settore è fondamentale per l’economia italiana – continua Abate – nel nostro Paese oltre l’80% delle merci viaggia su gomma, e i nostri mezzi nelle fasi peggiori della pandemia hanno continuato a viaggiare garantendo l’approvvigionamento dei beni primari”.
“Chiediamo un intervento urgente che stemperi la tensione – conclude Abate – favorendo le condizioni per una soluzione dei problemi attraverso provvedimenti economici di sostegno alla categoria, quali crediti di imposta per i maggiori costi sostenuti per i carburanti e la previsione di un meccanismo di adeguamento automatico per l’aumento del gasolio. È inoltre indispensabile l’apertura del tavolo di lavoro permanente sulle regole di settore, per un’analisi approfondita che affronti in particolare l’impatto delle nuove norme comunitarie in tema di accesso al mercato, le semplificazioni burocratiche e la revisione degli onerosi obblighi formativi per contrastare la carenza di conducenti.”
Nel frattempo, sono previste nelle prossime settimane di una serie di manifestazioni unitarie di autotrasportatori su diverse aree del territorio nazionale. Iniziative che, in assenza di impegni precisi da parte dell’Esecutivo, non potranno che essere propedeutiche ad azioni di autotutela della categoria, non esclusa la proclamazione di un fermo dei servizi.