Presentato ieri in una assemblea pubblica nella Sala Piazza-Sala Blu del Quartiere Navile di Bologna il percorso verso il Piano per l’Uguaglianza di genere della Città metropolitana di Bologna.
Simona Lembi, Responsabile Piano per l’Uguaglianza della Città metropolitana, ed Emily Marion Clancy, Vicesindaca e Assessora Pari opportunità e differenze di genere del Comune di Bologna, hanno dialogato con le tante realtà che nel territorio metropolitano si occupano di parità, equità e di contrasto a disuguaglianze e discriminazioni di genere: amministratrici, amministratori, elette nei Consigli comunali e di Quartiere, associazioni, gruppi e singole persone.
Quello di ieri è stato l’incontro di lancio del percorso per la redazione del Piano, che verrà scritto coinvolgendo le realtà sui territori e sarà presentato a luglio 2022. L’assemblea è stata dunque la prima occasione per presentare le questioni principali, raccogliere richieste e aspettative.
Il Piano si articola in cinque grandi aree tematiche.
- Il lavoro pagato, per difendere e rilanciare l’indice di occupazione femminile più alto d’Italia. Tema prioritario del piano, non si può infatti parlare di contrasto alla violenza senza dire della necessità di parità e di uguaglianza nel mondo del lavoro pagato. Necessario è dunque condividere con tutti gli attori rilevanti sul mercato del lavoro la promozione di azioni a sostegno dell’occupazione femminile, a partire da una nuova fase del Patto per il Lavoro.
- Il lavoro non pagato, che considera tutte le questioni della cura (della casa, dei figli, degli anziani) non come un fatto privato, relegabile al confronto tra coniugi o conviventi, ma come una questione pubblica, da porre sul piano politico.
- Stop alla violenza contro le donne e i minori. La violenza è l’effetto della disparità di potere (economico, sociale, politico) tra uomini e donne, è trasversale all’età, alla condizione economica e sociale, è diffusa in tutte le società. La pandemia, ampliando le disuguaglianze ha visto crescere il fenomeno della violenza contro donne e minori. Per contrastare il fenomeno servono più risorse dedicate.
- Cultura dell’uguaglianza, perché città più giuste ed eque sono città in cui tutti e tutte vivono meglio. Con il Piano si vuole favorire una cultura gender sensitive e città inclusive delle molte differenze che le abitano e che le vivono. Significa lotta al gender gap, al divario tra il genere maschile e femminile nei diversi ambiti della vita privata e pubblica, dall’accesso al mondo del lavoro alla salute, passando per la sfera sociale e quella politica.
- Discriminazioni, perché la crisi ha colpito tutti, ma non tutti allo stesso modo. Genere, orientamento sessuale, disabilità, origini etniche, età, condizione sociale rimangono fattori di svantaggio nella crisi. Quando questi fattori si sommano e si incrociano, si amplifica l’effetto del tradursi in disuguaglianza.
“L’incontro di ieri ha avuto una particolarità importante: essere presentato a inizio mandato. Quella di ieri è stata una prima pietra che volevamo mettere per costruire un progetto nuovo e solido che sia il più possibile aperto, plurale e approfondito – ha commentato Simona Lembi – Sarà un lavoro lungo e delicato e sono pronta ad accogliere tutte le proposte capaci di far diventare il Piano per l’Uguaglianza una soluzione reale alle tante disuguaglianze che la crisi ha ampliato, prima fra tutte: il lavoro pagato. Per farlo credo che l’atteggiamento di ascolto e poi di proposta, siano indispensabili. Perché è un tema ricco di sfumature che dovranno trovare uno spazio all’interno della struttura finale. Già in questo primo incontro è risultato chiaro che le sfaccettature del tema dell’uguaglianza sono tante. Che le competenze in materia sono tante e diffuse. Che potrà renderci tutti un po’ migliori. Permettendoci di vivere in un’area urbana che si conferma all’avanguardia su questi temi”.
“Per mettere in campo azioni che favoriscano il raggiungimento di equità e uguaglianza sostanziali tra tutte le cittadine e tutti i cittadini della nostra area metropolitana, non potevamo che impostare questo lavoro come percorso partecipato, che desse voce a chi vive discriminazioni di genere e discriminazioni multiple sul nostro territorio – ha commentato la Vicesindaca Clancy – Per questo la prospettiva intersezionale, come sguardo che vede le persone nella loro multidimensionalità anche quando sottoposte a emarginazione e discriminazione per diversi aspetti (di genere, provenienza, orientamento sessuale…), e il metodo partecipato saranno la cifra di questo Piano per l’Uguaglianza”.