Garantire l’apertura delle piscine comunali nonostante i costi, a causa dell’emergenza sanitaria, oggi non siano più compatibili con i contratti di gestione in corso. Ha questo obiettivo la delibera che prevede la revisione del piano economico finanziario delle piscine Dogali approvata martedì 14 dicembre dalla giunta del Comune di Modena su proposta dell’assessora allo Sport Grazia Baracchi. Ed è in corso di definizione anche un altro provvedimento che riguarderà le piscine Pergolesi, l’altro impianto natatorio di proprietà comunale.
Per le Dogali si prevede la proroga di tre anni della durata della concessione, portandola al 31 maggio del 2029, applicando quindi le indicazioni del Decreto Rilancio dello scorso anno che consente, appunto, il prolungamento per “favorire il graduale recupero dei proventi non incassati e l’ammortamento degli investimenti effettuati o programmati”.
Inoltre, a fronte di mancati incassi stimati in 500 mila euro tra il 2000 e il 2021, causati delle chiusure, delle limitazioni e da una minore frequentazione degli impianti, sempre per il Covid, il Comune ha stanziato un contributo di 129 mila euro che si aggiunge ai 185 mila euro già liquidati in estate.
Sarà poi il Comune a provvedere direttamente a interventi di manutenzione straordinaria per 186 mila euro che in base alla concessione avrebbero dovuto essere realizzati dal gestore: per 143 mila euro si tratta di lavori previsti in sede di gara (su di un totale di 276 mila euro) e per 43 mila euro di una parte delle migliorie proposte nell’offerta e non ancora realizzate (rispetto a un totale proposto che sfiorava i 299 mila euro).
Infine, il prezzo a carico del Comune per il corrispettivo annuo di gestione verrà adeguato, dal 2023, del 75 per cento dell’incremento Istat fino allo scadere della concessione.
Dai contributi comunali verranno decurtati eventuali altri indennizzi o ristori per l’emergenza Covid riconosciuti al gestore dallo Stato, dalla Regione o da altri enti pubblici dopo la sottoscrizione della convenzione integrativa.
“Gli impianti natatori –spiega l’assessora Baracchi – rappresentano uno dei settori tra i più penalizzati dall’emergenza sanatoria, ma fino a ora ha ricevuto indennizzi minimi. Noi vogliamo mantenere attivi servizi importanti per i cittadini e per le società sportive di nuoto, non solo modenesi. Parliamo di strutture particolarmente complesse dal punto di vista gestionale e anche gli attuali protocolli non permettono una ripresa al 100 per cento delle attività. Le società – aggiunge l’assessora – hanno già sostenuto sforzi notevoli per tenere aperti il più possibile gli impianti, nonostante le enormi difficoltà, e garantire la manutenzione delle strutture pubbliche. Gli interventi fatti nel pieno dell’emergenza non erano più sufficienti. Per continuare a mantenere aperti gli impianti in una prospettiva strategica è stato necessario individuare e definire un nuovo equilibrio economico. L’alternativa sarebbe stata chiudere, come purtroppo sta avvenendo in altre realtà. È importante, invece, che la ripartenza dopo l’emergenza sanitaria – conclude Baracchi – sia accompagnata anche da una piena ripresa dell’attività sportiva”.