Rispondono ad inserzioni online e fingendosi interessati all’acquisto, svuotano i conti correnti dei malcapitati inserzionisti proponendo loro pagamenti immediati attraverso postazioni ATM. Al riguardo i carabinieri di San Polo d’Enza – grazie a una complessa attività investigativa avviata a fine ottobre a seguito della denuncia dell’ennesima vittima che, attraverso artifizi e raggiri, è stata indotta ad effettuare 2 ricariche per un importo complessivo di circa 270 euro – hanno arrestato due fratelli. Si tratta un 26enne e un 20enne bresciano residenti a Rezzato finiti in manetta con l’accusa di concorso nel reato continuato di utilizzo indebito di carte di credito.
Al riguardo i carabinieri sampolesi investigando sulla complessa articolazione di carte PostePay interconnesse tra di loro, verificavano che, non solo il provento della truffa denunciata dalla vittima reggiana era stata riscossa presso ATM degli Uffici Postali della provincia di Brescia, ma anche quella di altre centinaia di truffe perpetrate con il medesimo modus operandi. Grazie anche al supporto dell’Ufficio Antiriciclaggio di Poste Italiane, i carabinieri di San Polo d’Enza individuavano gli ATM degli Uffici Postali maggiormente utilizzati per le operazioni di riscossione dei proventi delittuosi, e attuavano, in trasferta, un mirato servizio in borghese nel corso del quale, l’altra mattina, sorprendevano in flagranza di reato i due fratelli bresciani che, presso un ATM postale di un comune della provincia di Brescia, servendosi di ben 6 carte PostePay, effettuavano prelievi per un importo totale di 2.240 euro, provento di un’altra truffa ai danni dell’ennesima ignara vittima che aveva ricaricato inconsapevolmente le carte elettroniche in uso ai truffatori.
Nel corso dell’attività i carabinieri di San Polo d’Enza hanno posto sotto sequestro, oltre alle carte PostePay rinvenute nella disponibilità degli indagati, anche i telefoni cellulari per i successivi accertamenti. Ora le indagini proseguono per verificare sia se vi siano ulteriori correi dei due fratelli, sia per ricostruire il giro truffaldino della commissione seriale di tali truffe che, in particolare negli ultimi anni, anche a seguito del mutamento delle abitudini di vita della popolazione a causa della pandemia, sono cresciuti in maniera esponenziale. I due fratelli, dopo gli accertamenti di rito, sono stati tradotti presso la Casa Circondariale bresciana a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia.