“Ci lasciamo alle spalle una stagione segnata da un incremento delle attività come pure degli eventi finalizzati alla scoperta delle Valli e del Barchessone Vecchio medesimo. Soprattutto, una stagione che nonostante la partenza in sordina e in ritardo rispetto a quanto calendarizzato si è contraddistinta per un incremento dei visitatori: dai frequentatori più o meno abituali, a chi è capitato per caso, ai curiosi. Non possiamo che essere soddisfatti quindi; doppiamente, se si pensa anche al buon esito conseguito nel 2020, che ci permette così di contare due anni consecutivi col segno più. I buoni risultati conseguiti, ma pure la fortuna di un territorio come quello delle Vallivo vasto e pregno di opportunità – la natura, la fauna da scoprire e conoscere unite a storia, cultura, innovazione, industria, l’enogastronomia territoriale – offrono ulteriori motivazioni a lavorare per incrementarne l’attrattività”, fa sapere l’Assessore alla Promozione del territorio Fabrizio Gandolfi.
È dunque un bilancio positivo quello relativo al Barchessone Vecchio di San Martino Spino e alle valli mirandolesi. Da maggio 2021, alla fine di ottobre scorso, si sono contate circa 50 giornate di apertura con 4 mostre (di cui una, Archivio Reggiani, permanente) e 3 visite guidate; 4 concerti, 10 eventi a tema in particolare dedicati ai bambini; 6 conferenze di cui organizzata dall’Università di Bologna; una festa, incontri di formazioni destinati agli insegnanti, uno spettacolo teatrale. E poi ancora: diverse biciclettate e 3 camminate nordic walking (novità di quest’anno) in giro per il territorio. Interessante anche il numero dei visitatori, in particolare famiglie con bambini, che ha superato quota 1500 unità, nonostante la necessità di prenotazione. Per non parlare degli oltre 300 noleggi per le bici (in linea con lo scorso anno) a disposizione delle persone che si recano in visita. “Un aspetto quest’ultimo – continua l’Assessore Gandolfi – che continua ad essere interessante. Per sopperire alla domanda di noleggio, quest’anno abbiamo provveduto ad acquistare due nuove biciclette a pedalata assistita che sono andate ad aggiungersi alle 37 già presenti (11 da bambino, 19 da donna – di cui 3 con seggiolino davanti e 3 con seggiolino dietro – e 7 da uomo), per un totale di 39 bicilette a disposizione dei visitatori delle Valli. Oltre all’acquisto di un carrello bici per il trasporto dei bimbi più piccoli che ancora non pedalano. A ciò presto si aggiungeranno due nuove biciclette: una elettrica ed una per disabili. Sempre con l’obiettivo di offrire maggiori opportunità a quanti, anche provenendo da altri territori vogliono andare alla scoperta della Valli mirandolesi e dei suoi paesaggi.”
“Mi sia concessa però un’ulteriore riflessione – conclude l’Assessore Gandoilfi – In attesa della nuova stagione 2022 del Barchessone Vecchio, per la quale siamo già per altro già al lavoro, al fine di rafforzare ed affinare l’offerta, le Valli rimangono li a rinascere tutti i giorni con colori, profumi e i suoni diversi che le caratterizzano anche nella stagione autunnale sempre pronte a stupirci. Ma pronte anche ad essere una via di fuga a pochi chilometri da città e centri abitati, per una passeggiata, a piedi o in bicicletta alla portata di chiunque e per tutta la famiglia.”
Per restare in tema Valli mirandolesi, l’Assessore saluta positivamente la scelta del FAI di farsi promotore di un tavolo tecnico su Portovecchio. “Portovecchio è il tassello mancante nel mosaico sanmartinese che si è andato ravvivando da inizio millennio con la ristrutturazione del Barchessone Vecchio prima, poi del Barchessone Barbiere e per ultimo del Barchessone Portovecchio. I barchessoni, le basiliche delle Valli, edifici unici che ne sono ben presto diventate icona, facevano parte della stessa tenuta militare. Ma il Palazzo e tutti gli edifici di grande pregio all’interno della zona, ancora oggi proprietà della Demanio, non sono mai stati restaurati. Né vissuti, fruiti, goduti dalle ultime generazioni. Il grande lavoro che è stato fatto su queste valli merita di essere compiuto: o sarà perso per sempre. Oggi l’intera area del Centro militare versa in rovina. E ci sono parecchi motivi per salvarla, a partire dalle potenzialità che potrebbe effettivamente esprimere una volta recuperato: dal turismo, all’ambito formativo professionale, a quello museale se non di valorizzazione enogastronomica delle eccellenze locali tutte.”