La pandemia da Covid-19 ha modificato le modalità di risposta al cittadino per quel che riguarda le prestazioni sanitarie di specialistica ambulatoriale, che vede una offerta assistenziale innovata e integrata dai nuovi strumenti di telemedicina oggi a disposizione.
Se da un lato nei primi mesi di emergenza sanitaria (marzo-maggio 2020) l’attività ordinaria era stata sospesa per fare fronte all’enorme sforzo richiesto dalla gestione della pandemia, garantendo urgenze e controlli per i cittadini con patologie rilevanti croniche e rare, durante la seconda e terza ondata pandemica esami e visite in regime ordinario non si sono mai fermate, pur con gli evidenti disagi causati dalla recrudescenza del Covid.
L’Azienda USL di Modena ha messo in campo risorse straordinarie e aggiuntive per riuscire a contemperare l’esigenza di fornire assistenza ai pazienti Covid e non, ricoverati negli ospedali provinciali, e la necessità di garantire il più possibile l’accesso alle prestazioni di specialistica ambulatoriale. Un aiuto fondamentale in questo senso è stato fornito dalla collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, l’Ospedale di Sassuolo e il privato accreditato, tramite accordi mirati al contenimento dei tempi di attesa, garantendo sicurezza, efficacia ed efficienza di sistema.
In questo periodo in cui permane la situazione emergenziale, l’offerta di visite ed esami ordinari non urgenti (si ricorda che le urgenze sono invece sempre state garantite) non raggiunge i livelli pre-covid in termini quantitativi e di rispetto dei tempi: la definizione delle agende risente infatti di una programmazione che forzatamente rimane di breve-medio periodo e che subisce riadattamenti quasi giornalieri. Ciò ha inevitabili impatti sui cittadini – i quali possono ad esempio non trovare subito l’appuntamento e vengono invitati a riprovare nei giorni successivi – che l’Azienda sanitaria è continuamente impegnata a contenere anche attraverso soluzioni nuove e diverse, volte a favorire comunque un riferimento specialistico e un contatto immediato per il Medico di base. Oltre a ciò è in corso lo sviluppo di percorsi di presa in carico delle principali patologie croniche e oncologiche sul territorio.
L’esigenza di facilitare, durante la pandemia, il confronto tra gli specialisti e i Medici di medicina generale – nell’intento di ridurre allo stretto indispensabile l’accesso dei pazienti alle strutture ospedaliere -, ha consentito lo sviluppo del progetto “Specialista on call”, attivo da un anno in provincia di Modena: per supportare i Medici di Medicina Generale che necessitano di un confronto con uno specialista per approfondire la loro diagnosi, è stato istituito un numero telefonico dedicato, proprio nell’ottica di limitare il più possibile gli spostamenti dei propri pazienti e ricevere risposte immediate su terapie e percorsi di cura più appropriati.
In relazione ai volumi delle prestazioni ambulatoriali in rapporto al 2019, la riduzione è stata contenuta: nonostante le difficoltà legate alla gestione dell’emergenza pandemica e alla necessità che la programmazione delle prestazioni garantisca il rispetto delle misure per la prevenzione del contagio (distanziamento e sanificazione degli ambulatori hanno comportato, rispetto al passato, una riduzione di circa un terzo del numero di posti che è possibile mettere a disposizione in uno stesso arco temporale), nel primo semestre 2021 complessivamente sono state prenotate quasi 306.000 prestazioni, con un calo di solo il 17% rispetto al primo semestre 2019. Le tipologie di visite ed esami prese in considerazione sono quelle attualmente oggetto della rilevazione regionale, tra cui prime visite di diverse specialità (oculistica, urologia, fisiatria, endocrinologia, neurologia, ortopedia, oncologia), risonanze magnetiche e TAC.
Le Aziende Sanitarie modenesi hanno compiuto grossi sforzi anche per garantire le prestazioni di laboratorio. Dopo il periodo di lockdown nella primavera del 2020 che ha portato alla sospensione di tutte le prestazioni non urgenti (sono invece state sempre garantite le urgenze e i controlli per i cittadini con patologie rilevanti croniche e rare), il laboratorio è stata la prima branca per cui è stata riattivata prenotazione CUP per gli esami ordinari, già a partire dal 18 maggio 2020 con prime disponibilità per il 20 maggio 2020. Per garantire il distanziamento, è stata resa obbligatoria la prenotazione per tutte le prestazioni, comprese le urgenze e la consegna dei campioni biologici, con l’unica eccezione dai prelievi TAO.
In questo caso, le prestazioni di laboratorio prenotate tra gennaio e marzo 2021 sono state 1.415.952, mentre nello stesso periodo del 2019 erano state 1.185.063.
Parallelamente le tre Aziende sanitarie modenesi sono impegnate nell’aggiornamento del catalogo interaziendale delle prestazioni ambulatoriali richiedibili in urgenza, strumento utile per la gestione quotidiana di quei pazienti per i quali il MMG ravvisa problematiche da approfondire in tempi brevi. Tale strumento definisce i criteri clinici e i percorsi di accesso a visite ed esami condivisi a livello provinciale tra tutti i professionisti coinvolti nella presa in carico delle urgenze, perseguendo l’appropriatezza clinica e organizzativa.
Infine, in linea con le indicazioni regionali che richiedono di organizzare il follow up per i pazienti che hanno avuto il covid – nei suoi diversi livelli di gravità, dal ricovero intensivo al domicilio –, l’Azienda è al lavoro per garantire loro la necessaria assistenza per tutte quelle conseguenze a medio-lungo termine del covid, che continueranno ad avere un rilevante impatto, in termini di visite ed esami specialistici, per molti di questi cittadini. In questo senso è stato attivato un gruppo di lavoro operativo interaziendale per garantire la miglior gestione dei pazienti ex covid.
“La sanità è stata profondamente cambiata dall’esperienza del covid – spiega la dott.ssa Lucia Pederzini, Responsabile del Servizio Gestione delle Attività di Specialistica Ambulatoriale dell’Azienda USL di Modena – e questo cambiamento è ancora in corso, perché purtroppo non siamo ancora alla fine di una emergenza che assume contorni sempre nuovi. L’offerta di visite ed esami certamente ne ha risentito: se da una parte ciò può aver avuto un impatto negativo sull’esperienza dei cittadini, è pur vero che ci ha costretto a lavorare per migliorare i processi con l’obiettivo, che tuttora ci impegniamo a inseguire, di arrivare a un utilizzo il più appropriato possibile dell’offerta a disposizione, per garantire a chi ne ha davvero bisogno quelle visite ed esami che sono veramente necessari.
Oggi – prosegue – siamo nelle condizioni di poter rimodulare e innovare l’assistenza integrando il rapporto medico-paziente e i confronti tra gli specialisti e i medici di medicina generale con gli strumenti offerti dalle nuove tecnologie, nell’ottica di limitare l’accesso alle strutture ospedaliere alle condizioni strettamente indispensabili, per evitare ulteriori rischi al paziente stesso. La pandemia ci obbliga a ripensare alle modalità di presa in carico negli ospedali, dovremo ulteriormente sviluppare e rinforzare le esperienze in corso e individuare, in linea con le indicazioni Ministeriali e Regionali, strumenti quotidiani innovativi utili all’assistenza immediata ma anche alla gestione del paziente cronico e in follow up”.