Fa male sapere che l’intero Occidente che spesso si sente superiore per valori e diritti abbia perso sul campo non la battaglia contro i talebani, ma la battaglia intrapresa venti anni prima per sconfiggere il pericolo terrorista e riportare tra le nazioni libere una realtà che proveniva da una guerra senza quartiere con l’ex Unione Sovietica costellata nel corso della sua storia da scontri tribali, inter-religiosi e inter-etnici.
Fa male avere tradito la fiducia di quanti avevano creduto nei nostri valori e non basta per lavarsi la coscienza affermare che tutto era già scritto a Doha un anno e mezzo fa e citare l’addestramento di più di 300000 uomini delle forze di sicurezza, abbandonate a se stesse il giorno del ritiro delle forze Nato, senza un ordine, una catena di comando un piano per fronteggiare le milizie talebane. Hanno lasciato armi e bagagli e spesso si sono consegnati ai vincitori. Il loro ridicolo ingaggio soprattutto se paragonato a quanto percepito da un soldato Nato li ha completamente deresponsabilizzati.
Non sappiamo quello che accadrà in futuro. Se questi talebani si comporteranno come i loro predecessori o l’Afghanistan tornerà ad essere quello di prima. Uno stato medioevale ove si applica la Sharia, in mano ai signori della guerra. Uno Stato in cui il leader emergente è stato imprigionato dal presidente Obama, liberato da Trump e ora posto al vertice dalla repentina fuga degli occidentali. Non sappiamo se dietro ci sarà la Cina, il Pakistan l’Iran o qualche altro stato fondamentalista. A farne le spese come al solito sarà il popolo cui era stato promesso ciò che non si è saputo mantenere o neanche far percepire come credibile.
Le scene cui abbiamo assistito segnano inevitabilmente una perdita grave della credibilità di tutta la Nato. Una guerra per la quale magari giustamente si è ritenuto non avesse più senso o giustificazione di alcuna perdita di vite umane e soprattutto dei costi drammaticamente elevati che ha comportato in questi lunghi anni. Ora rivedremo presto la lunga sequenza degli avvenimenti che ogni guerra si trascina dietro. Vendette, file di profughi, vittime innocenti. La storia Il conto lo presenta sempre. Non facciamoci compatire quando e se ci sarà bisogno di aprire corridoi umanitari. Sono fatti per le persone che avremmo dovuto difendere, insieme ad un fantomatico esercito afghano di cui non si è saputo più nulla.
(Luigi Tollari – Segretario generale CST UIL Modena Reggio Emilia)