Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli si è detto “soddisfatto nell’apprendere che il cantiere per la realizzazione della nuova Cra destinata a sostituire l’attuale Ramazzini, ripartirà entro la fine del mese di agosto”.
Ad annunciare la ripartenza, entro la terza decade di agosto, dei lavori per la nuova Casa residenza anziani “Vittoria ed Ermanno Gorrieri”, in costruzione in via Padovani a Modena, è stata la stessa cooperativa sociale Domus Assistenza, aggiudicataria della realizzazione e gestione della struttura, destinata appunto a sostituire la Cra Ramazzini che si trova in via Luosi.
Rassicurazioni in merito alla ripresa dei lavori, sono state date al sindaco dal presidente di Domus Assistenza Guido Gilli: “Abbiamo individuato le imprese che porteranno a termine i lavori avviati dall’azienda precedente, che ha poi rinunciato per la complessità del cantiere. Sono la Tcs srl di Fermo per le opere edili e le sistemazioni esterne e la Cat Impianti srl di Jesi (Ancona) per le opere impiantistiche. Si tratta di due imprese che hanno già collaborato insieme nella costruzione di altre Case residenze anziani, in altre regioni, per primari gestori del settore. In questi giorni – prosegue Gilli – stiamo completando i passaggi burocratici per costituire l’ati (associazione temporanea d’imprese) che subentra nel cantiere all’impresa precedente. Siamo soddisfatti di aver sbloccato la situazione e contiamo di liberare presto la Cra Ramazzini, non solo per offrire un’assistenza migliore ai nostri ospiti, ma anche per liberare spazi che servono alla città”.
La realizzazione della nuova struttura avviene sulla base del percorso avviato dal Comune per dotare la città di una Cra innovativa e accogliente nell’ambito del potenziamento dell’assistenza ad anziani e non autosufficienti residenziale oltre che domiciliare. “La pandemia – aggiunge l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli – ha fatto emergere luci e ombre del sistema di accreditamento regionale e il Covid 19 ci costringe a ripensare i servizi e persino l’articolazione degli spazi per fare attività a piccoli gruppi. Occorre fare tesoro dell’esperienza e quindi potenziare l’assistenza medica qualificata e rinforzare l’integrazione sanitaria: le Cra devono essere inserite a pieno titolo all’interno dei sistemi sociosanitari territoriali e vanno studiate nuove sinergie con Ospedali di Comunità e Case della Salute per garantire continuità della cura. Occorre lavorare assieme ai gestori alla fidelizzazione del personale e agire su enti regionali e statali per risolvere i limiti strutturali che impediscono di reperire personale sanitario infermieristico. Al tempo stesso – conclude Pinelli – non dobbiamo mai dimenticare che le Cra sono innanzitutto luoghi per la cura e la tutela della vita, pensati per mantenere e sviluppare gli interessi, le abilità residue e le relazioni e l’aspetto umano ne è la caratteristica principale”.