L’invito all’Amministrazione a istituire anche a Modena la figura del “garante per la terza età” a tutela degli anziani era la proposta contenuta nell’ordine del giorno presentato da Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia), respinto dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 22 luglio con i voti contrari dei gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Modena civica ed Europa Verde – Verdi) che hanno ricordato come l’attenzione verso le fasce più anziane e fragili della popolazione sia già assicurata dalle politiche di welfare dell’ente, come delineato pure dalle nuove linee di indirizzo sviluppate nel documento “PrendiaMOci Cura” che sarà votato dall’assemblea dopo l’estate, e suggerendo anche di coinvolgere maggiormente le realtà associative nelle varie attività sul territorio a favore degli anziani.

L’ordine del giorno aveva ottenuto il voto a favore anche di Lega Modena e Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia; astensione per il Movimento 5 stelle.

Dopo aver sottolineato “che l’emergenza sanitaria ha messo in evidenza la situazione di fragilità di alcune categorie sociali, come quella degli anziani”, la mozione suggerisce “un ripensamento delle politiche socio-assistenziali”, con l’obiettivo di “arginare il fenomeno di difficoltà sociale, di bisogni economici, di relazioni e di cure degli anziani”. In questo contesto si potrebbe inserire l’azione del garante, con compiti di collegamento e dialogo “per prevenire eventuali carenze, vigilare sui servizi e sensibilizzare la comunità”, ha affermato il consigliere Giacobazzi. Nello specifico, questa figura si occuperebbe, tra le varie attività, “del controllo dei requisiti all’assistenza e ai servizi erogati da strutture pubbliche e private e della vigilanza sull’assistenza prestata agli anziani ricoverati in strutture residenziali e in altri ambienti esterni alla famiglia”. Inoltre, questa specifica authority avrebbe anche facoltà di “intervenire nei confronti delle strutture e degli enti locali in caso di omissioni che compromettono l’erogazione delle prestazioni e di verificare l’attuazione delle misure di sostegno e tutoraggio degli anziani”.
Con queste premesse viene quindi sollecitata l’istituzione della figura da parte del Comune di Modena, “come già fatto di recente da altre città italiane”, invitando l’Amministrazione a definirne il ruolo, le funzioni e i compiti, anche dal punto di vista delle risorse economiche e del personale necessari per lo svolgimento dell’attività”.
Nel dibattito, per Lega Modena è intervenuto Giovanni Bertoldi che nel suo intervento ha sottolineato la “necessità di istituire questa figura di garanzia” in rappresentanza di una categoria “debole e fragile” e sulla quale durante la pandemia sono “emerse criticità” tali da aver comportato, in alcuni casi, “la perdita dei diritti della sfera individuale”.
Secondo il M5s, la categoria degli anziani “necessita di azioni di maggiore tutela da parte della politica e dall’apparato amministrativo”, piuttosto che l’introduzione di un garante. Nel suo intervento, Enrica Manenti ha rilevato che “non sempre sono stati compiuti i debiti controlli nelle strutture che ospitano gli anziani”, specificando che spesso gli accertamenti si sono concentrati solo su aspetti amministrativi”.
Con l’obiettivo di “prestare maggiore attenzione e valorizzare gli anziani”, Sinistra per Modena ha suggerito di coinvolgere maggiormente, nelle azioni di tutela, le associazioni legate a questa fascia della popolazione “come sindacati dei pensionati, Auser e Università della terza età”. Inoltre, Vincenzo Walter Stella ha affermato che ci sono anche altre categorie in difficoltà come “i giovani e le donne per motivi come la precarietà del lavoro, gli stipendi bassi e la difficoltà di poter avere un’abitazione”.
Il Pd ha fatto presente come l’attenzione dell’Amministrazione nei confronti degli anziani sia “elevata, grazie alle politiche di welfare che ne tutelano diritti e necessità”, come previsto anche nel nuovo documento di indirizzi dell’ente “PrendiaMOci Cura”. Nei loro interventi, Vittorio Reggiani e Tommaso Fasano hanno inoltre sottolineato che, prima di essere definito a livello locale, il tema “deve trovare nel contesto regionale un’uniformità di principi e di definizione del ruolo”.
Per Europa verde – Verdi, la mozione, pur puntando ad “accorciare la distanza tra l’espressione dei bisogni e la possibilità di accoglierli”, appare “generica” e non tiene inoltre in considerazione il ruolo delle Cra. Nel suo intervento, Paola Aime ha comunque chiarito che “servirebbe una presenza più costante al fianco delle persone più fragili da parte dei soggetti che già si occupano di seguirle”.

“PRENDIAMOCI CURA”, INTERVENTI E PRESENTAZIONE ON LINE

Nel sito Internet del Comune di Modena è disponibile la videoregistrazione completa del convegno pubblico “PrendiaMOci Cura” che si è svolto la scorsa settimana. Oltre al contributo dei diversi relatori intervenuti, il video raccoglie le conclusioni del sindaco e la presentazione, da parte dell’assessora alle Politiche sociali di PrendiaMOci Cura, le nuove Linee di indirizzo per il Welfare del Comune di Modena. Il documento approderà a settembre in Commissione consiliare e, una volta giunto alla versione definitiva, è atteso per la metà del mese in Consiglio comunale.

Anziani e non autosufficienza, povertà e reddito di cittadinanza, famiglie e minori, casa e problemi abitativi, immigrazione e inclusione, ruolo del Terzo settore sono i principali temi al centro delle strategie che intendono rispondere a vecchi e nuovi problemi alla luce dei recenti cambiamenti del contesto economico e sociale.

La crisi demografica e l’aumento dell’aspettativa di vita; i flussi migratori globali; fragilità estreme e autosufficienza; povertà economia e sociale; nuova conformazione dei nuclei famigliari sono tutti temi che hanno impatti sul sistema di welfare: “Dobbiamo interrogarci sulle soluzioni e sulla loro sostenibilità”, ha commentato il sindaco – perché welfare e servizi sono elemento cruciale e indispensabile per costruire la città del futuro. Se il Pug, che discende dalla nuova legge regionale sull’urbanistica, cambia l’impianto concettuale dei vecchi strumenti urbanistici – ha precisato – allo stesso modo dobbiamo capire cosa tenere e cosa innovare rispetto a tutte le declinazioni di welfare e servizi. Se andiamo verso un Pug della prossimità fisica e del mix di funzioni; se Modena tra 20 anni dovrà passare dalla ‘periferia’ a tanti ‘centri’ di qualità, a portata di mano e di tempo, complementari a ciò che la tecnologia permetterà di fare a distanza; i rioni, le parti vive dei quartieri urbani e delle frazioni, devono essere la ricchezza di una nuova città diffusa, centri dove non ci si sente soli e dove non manca nulla rispetto al centro città nemmeno in termini di servizi sociali e sanitari. È fondamentale – ha continuato il sindaco – la collaborazione e la riprogettazione tra Enti Locali ed Autorità Sanitarie in merito alla prossimità dei servizi sanitari e territoriali, il tutto sempre coerentemente con l’evoluzione tecnologica. Anche sul tema anziani e domanda di servizi le risposte sono un mix tra esperienza e innovazione. Le Cra non sono l’unica risposta, ma restano indispensabili: assistenza residenziale e domiciliare dovranno cambiare e integrarsi. Fondamentale è il tema della ‘personalizzazione’ dei servizi e dell’assistenza, non solo ad anziani e disabili, ma anche a minori e famiglie. Sui servizi – ha sottolineato inoltre Muzzarelli – serve competenza, controllo e capacità del pubblico di garantire qualità e umanità, ma il sistema integrato del nostro welfare è un punto fermo e irrinunciabile, perché ha saputo allargare il perimetro delle risposte e degli interventi. Terzo settore, privato sociale, mondo della cooperazione, istituzioni religiose, imprese che lavorano nell’ambito dei servizi concorrono con il Comune e con le istituzioni a dare a Modena un welfare e dei servizi di qualità. Nel futuro – ha concluso – ci portiamo questa eredità e gestiamo assieme innovazione e cambiamento, con orgoglio, flessibilità ma senza nostalgie”.