L’eccessiva proliferazione dei cinghiali che mette in serio pericolo l’incolumità dei cittadini e causa grossi danni alle produzioni agricole è stata presentata questa mattina dal presidente di Coldiretti Modena, Luca Borsari, e dal direttore, Giovanni Duò, al Prefetto di Modena, Alessandra Camporota.

L’incontro si è tenuto dopo le iniziative di Coldiretti che si sono tenute nelle settimane scorse in tutte le regioni italiane e che ha visto una folta delegazione di agricoltori modenesi presenti al presidio di Bologna per denunciare una emergenza nazionale che sta provocando l’abbandono delle aree interne, problemi sociali, economici e ambientali.

 

Al centro del colloquio la proposta normativa avanzata da Coldiretti alle Regioni per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali:

·         consentire con la massima semplicità e celerità agli agricoltori di difendere le proprie produzioni dai cinghiali. Nel caso in cui i proprietari o i conduttori a qualsiasi titolo dei predetti fondi siano privi di licenza per l’esercizio venatorio possono delegare alla realizzazione delle attività di cattura o abbattimento i cacciatori abilitati.

·         consentire che l’abbattimento di cinghiali in controllo possa essere effettuato anche da soggetti muniti di porto d’armi per uso sportivo.

·         i capi abbattuti nello svolgimento delle attività di controllo del cinghiale restano nella disponibilità dei proprietari o dei conduttori a qualsiasi titolo dei fondi, fatto salvo l’obbligo di procedere ad accertamenti sanitari ai fini della immissione in commercio delle carni.

·         l’imprenditore agricolo esercente attività agrituristica può somministrare, quali prodotti considerati di provenienza aziendale, le carni, anche manipolate o trasformate, di cinghiali abbattuti in controllo.

In Italia dopo il lockdown per l’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari – sottolinea Coldiretti Modena – con gli animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 200 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali.