Imparare a scrivere canzoni e comporre musiche. L’opportunità è stata offerta agli studenti dell’istituto d’istruzione Selmi di Modena, che hanno frequentato un laboratorio di formazione musicale gestito dall’associazione Euphonìa.
L’attività è stata organizzata nell’ambito del progetto “Selmi d’estate”, finanziato dal Ministero dell’Istruzione per dare ai ragazzi opportunità di socializzazione e continuità didattica in presenza anche dopo la fine dell’anno scolastico, condizionato dalla pandemia e contrassegnato da un ampio ricorso alla didattica a distanza (dad).
Il laboratorio, denominato “Write your music!”, era rivolto a tutti, compresi i cosiddetti studenti con dsa (disturbi specifici dell’apprendimento) e bes (bisogni educativi speciali). Hanno partecipato diciotto ragazzi, soprattutto del biennio.
«L’attività è stata svolta in orario scolastico ed è consistita in quattro incontri da tre ore ciascuno – spiegano i due docenti di Euphonìa, la cantante Beatrice Bini e il chitarrista Diego Samperi – Abbiamo insegnato ai ragazzi l’uso di software di scrittura musicale e di strumenti virtuali, cioè come fare musica con il pc.
Gli studenti hanno partecipato con attenzione e impegno; scrivendo canzoni e componendo musiche hanno potuto dare sfogo alla loro creatività».
«Il progetto “Write your music!” è piaciuto molto e il contributo di Euphonìa è stato apprezzato – conferma Margherita Zanasi, dirigente scolastico dell’istituto Selmi –
I ragazzi ne avevano bisogno e la richiesta di partecipazione, superiore al previsto, lo conferma. Tra l’altro il fatto che abbiano frequentato il laboratorio anche ragazzi con disabilità ha favorito la loro inclusione e integrazione, perché la musica è un linguaggio che supera le barriere attivando diverse abilità.
Sto per andare in pensione, ma auspico un prosieguo di questa esperienza in quanto sono convinta che la cultura musicale sia importante per la crescita della persona. Mi inorgoglisce che la nostra scuola abbia potuto offrire questa opportunità ai nostri studenti, reduci da due anni scolastici complicati per i motivi che ben conosciamo», conclude la prof.ssa Zanasi.