Dopo oltre un anno dalla scadenza del contratto nazionale del settore tessile-abbigliamento industria, settore che occupa oltre 450.000 addetti, di cui circa 6.000 nel distretto carpigiano, la trattativa per in rinnovo contrattuale è in alto mare.
La controparte datoriale, lo Smi (Sistema Moda Italia ovvero Confindustria), anziché soffermarsi sulle proposte dei sindacati Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil ha di fatto rilanciato con controproposte che non solo vanno in controtendenza con le richieste sindacali, ma addirittura vanno a mettere in discussione l’impianto contrattuale laboriosamente costruito in anni di relazioni industriali.
Di fatto le associazioni datoriali chiedono di depotenziare le Rsu (rappresentanze sindacali unitarie), di gestire in maniera unilaterale ferie permessi ed orari di lavoro, e di aumentare il salario di lavoratrici e lavoratori con poco più di 50 euro al mese che sarebbero però suscettibili di diminuzioni qualora l’inflazione dovesse calare.
In pratica la controparte anziché tentare di collaborare vista la situazione drammatica in cui versa il mondo del lavoro e non solo per il settore tessile, prova a speculare sulla crisi aggravata dalla pandemia con proposte che tendono a diminuire la democrazia nei luoghi di lavoro.
Di fronte a questo stato di cose e alle proposte inaccettabili giunte da Confindustria, le tre sigle sindacali di settore hanno di fatto dichiarato lo “stato di agitazione” con una serie di iniziative che inizieranno nelle prossime ore.
La mobilitazione prevede il blocco di tutti gli orari di lavoro straordinario e di tutte le flessibilità e una serie di presidi suddivisi in vari territori del paese.
I delegati sindacali di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia effettueranno un presidio nei pressi della ditta Gaudì di Carpi, la cui proprietà è sempre stata molto legata a Confindustria.
Il presidio si terrà domani martedì 22 giugno 2021 dalle ore 10,30 alle 12 davanti ai cancelli in via Nuova Ponente.