La situazione contagi da coronavirus migliora e l’Emilia-Romagna è pronta a rivedere le regole per gli accompagnatori e i visitatori nelle strutture ospedaliere.

Il tutto nella massima sicurezza, ma permettendo a degenti e pazienti di avere al proprio fianco le persone più care. Consentendo anche a caregiver e volontari di svolgere le proprie attività nella maniera più semplice.

L’eccezione è rappresentata dal fatto che queste norme non si applicano ai pazienti che accedono in ospedale per prestazioni già programmate o che si recano al Pronto soccorso: per loro sono previsti differenti percorsi specifici.

Per quanto riguarda i reparti non Covid, è garantito l’accesso a un solo visitatore per paziente, nel rispetto dei protocolli di sicurezza: una autodichiarazione servirà a registrare l’eventuale presenza della certificazione verde.

Nei reparti con degenti positivi al Covid-19, dove di norma non sono ammesse visite, lì dove autorizzate dalle direzioni sanitarie potranno preferibilmente accedere persone che possano esibire una certificazione vaccinale o di avvenuta guarigione e comunque solo con il ricorso a rigide regole e strumenti di protezione.

Restano ovviamente valide tutte le misure igienico-comportamentali basilari attualmente vigenti: dall’uso della mascherina all’igienizzazione delle mani, dalla misurazione della temperatura alla gestione dei flussi con entrate e uscite separate e l’ausilio di soluzioni informatiche per il monitoraggio degli accessi.

Oltre alle consuete attività di informazione attraverso manifesti, poster e depliant, è confermato il bollino, o analogo sistema di identificazione, che il visitatore appone a vista per segnalare il proprio status e facilitare così le operazioni di controllo all’accesso dei reparti o nelle aree di attesa.

La permanenza nelle aree comuni, dalle sale di attesa alle zone ristoro, è concessa solo per il tempo strettamente necessario.

 

“Abbiamo sempre messo le persone al centro dei nostri percorsi di cura- afferma l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini– e in questi mesi di diffusione del virus limitare ai pazienti la possibilità di vedere i loro cari è stata per noi una decisione sofferta ma necessaria per garantire la sicurezza di tutti. Ora che l’andamento dei contagi ce lo consente, abbiamo modificato molte delle norme, per consentire a chi è ricoverato di avere vicino le persone a cui tiene e che possono permettergli di affrontare la degenza con uno spirito sicuramente più favorevole alla guarigione.”

“È importante però rimarcare che questi allentamenti non significano un ‘libera tutti’- conclude Donini-, non possiamo permettercelo proprio ora che la campagna vaccinale è entrata nella fase clou e iniziamo finalmente a vedere la fine della pandemia”.

 

Le regole per le visite ai reparti non Covid

Il principio di fondo delle nuove norme è la massima diluizione delle presenze: da una parte, quindi, sarà contingentato il numero di visitatori, dall’altra saranno rimodulate le fasce orarie di visita.

È consentito l’accesso a una sola persona per paziente, di norma con almeno 12 anni ad esclusione dei casi di familiari stretti. Per le stanze con più letti sarà necessario nei limiti del possibile differenziare gli orari delle presenze esterne.

Di giorno, le visite potranno avere una durata massima di due ore, con deroghe per i pazienti non autosufficienti: ogni ricoverato avrà una sua fascia oraria durante la quale sono previsti gli accessi. In caso di sovraffollamenti o emergenze, il personale sanitario può limitare ulteriormente le visite.

Per quanto riguarda l’assistenza non sanitaria nelle ore notturne o al di fuori di quelle diurne prestabilite, sono le Aziende sanitarie a dover approntare regolamenti specifici, prevedendo il rilascio di autorizzazioni e la registrazione sia dei pazienti che la ricevono che dei caregiver che la forniscono.

Infine, la Regione suggerisce alle Asl e Aosp di incentivare l’accesso dei volontari, per il supporto che possono offrire sia per le attività legate alla pandemia, compresi i controlli agli accessi dei visitatori, sia per le necessità dei pazienti, e raccomanda alle aziende sia la vaccinazione dei volontari che l’assimilazione al personale sanitario per quanto riguarda controlli e screening.

 

I reparti Covid

Nei reparti Covid-19 e sospetti Covid-19 per i pazienti adulti non sono di norma ammesse visite. Nei casi in cui le direzioni sanitarie vogliano regolamentare diversamente, si deve prevedere per ciascun paziente l’accesso di un visitatore, in grade di dimostrare la vaccinazione o l’avvenuta guarigione, e gli si devono fornire gli adeguati dispositivi di protezione individuale insieme all’opportuno addestramento sul loro utilizzo.

Per supplire alla mancanza di contatto diretto con i familiari, le strutture sanitarie devono sia facilitare forme di comunicazione tecnologica, come tablet o smartphone, eventualmente fornendo i dispositivi ai pazienti sprovvisti, sia consentire modalità di raccolta degli effetti personali (dagli indumenti alle lettere destinate ai pazienti in isolamento), sempre evitando assembramenti.

 

Le pediatrie e i reparti di ostetricia

Nei reparti di pediatria, quindi per tutti i pazienti sotto i 18 anni, è consentita la presenza continuativa di un solo genitore o altra persona di riferimento. In caso di pazienti pediatrici positivi, è la direzione dell’unità di degenze, in accordo con quella sanitaria, a stabilire le modalità di accesso: restano valide le norme per l’accesso ai reparti Covid, dalla certificazione di vaccinazione o avvenuta guarigione all’uso dei Dpi dopo specifico addestramento.

Per quanto riguarda i reparti di ostetricia, ogni donna può scegliere una persona di riferimento che la accompagni per tutta la durata del parto dall’inizio del travaglio e che non può darsi il cambio con altri. Per la fase di degenza valgono le regole di accesso stabilite per tutti gli altri reparti, dalla visita nelle ore diurne all’identificazione di fasce orarie specifiche per ogni neo-mamma passando per il limite di un solo familiare per volta. In aggiunta, non è previsto l’accesso a fratellini o sorelline del nuovo nato.

 

Gli accompagnatori al Pronto soccorso e alle visite ambulatoriali

Sia per i pronto soccorso che per i dipartimenti di emergenza e accettazione e per i servizi ambulatoriali, di norma non è prevista la possibilità di permanenza degli accompagnatori: fanno eccezione gli accompagnatori dei minori, dei disabili psichici, fisici o cognitivi non autosufficienti e- nel caso di visite di ostetricia- delle donne in stato di gravidanza, per cui anche il partner viene considerato un fruitore di prestazione sanitaria.