Concluso l’intervento di restauro, il complesso di San Paolo riapre al pubblico, venerdì 18 giugno, con la mostra personale di Andrea Chiesi intitolata “Natura vincit” ospitata nella chiesa e nell’ex Oratorio, la cosiddetta Sala delle monache dove, nell’ambito dei lavori per il consolidamento sismico, sono stati riportati alla luce dipinti e decori del Seicento.
Il progetto dell’artista, di origini modenesi e uno dei più noti pittori italiani, nasce appositamente per dialogare con gli spazi suggestivi delle due sale, costruendo un percorso spirituale di potenziale rinascita in cui la natura è per l’artista una guida costante. La mostra, a cura di Fulvio Chimento, è promossa dal Comune di Modena e organizzata da Associazione CerchioStella in collaborazione con D406, con il sostegno del Gruppo Hera e il patrocinio della Regione Emilia Romagna, e sarà aperta al pubblico, con ingresso libero senza prenotazione, fino al 19 settembre.
La mostra è stata presentata in anteprima questa mattina, giovedì 17 giugno, alla presenza dell’artista, del curatore Fulvio Chimento, dell’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi, del gallerista Andrea Losavio, e di Francesco Reggiani in rappresentanza del Gruppo Hera. L’esposizione è aperta il mercoledì e la domenica dalle 16 alle 20; il venerdì dalle 17 alle 21.30; il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21.30.
“È motivo di grande orgoglio per me, e per l’Amministrazione comunale – commenta Bortolamasi – riconsegnare questi spazi di cultura alla città e riconsegnarli con la mostra di Andrea Chiesi, un evento che la città doveva a uno dei suoi più grandi artisti, assume un valore ancora più profondo. Questa riapertura, infatti – prosegue l’assessore – è un messaggio di speranza e di futuro, che ci fa guardare avanti, all’uscita graduale ma sempre più sostanziale, dalla pandemia, con rinnovata fiducia anche e soprattutto per un settore, come quello della cultura, che ha pagato un prezzo molto alto nei mesi più duri della pandemia. La cultura e la creatività rappresentano una delle infrastrutture centrali nel nostro disegno di città futura e la riconsegna alla città di questi spazi che inauguriamo con il lavoro di Chiesi è un ulteriore elemento di questo disegno, complessivo, che guarda al futuro di Modena come città creativa, culturalmente vitale e stimolante”.
Il percorso espositivo inizia nella chiesa, chiamata “Eschatos”, ovvero “Luoghi ultimi”: qui sono raccolti dipinti a olio che hanno per soggetto strutture di archeologia industriale e nelle quali l’artista documenta le macerie lasciate dalla produzione industriale, descrivendo dei corpi-fabbrica sui quali il tempo ha esercitato con violenza la propria azione. Nella sala delle monache che prende il nome di “Anastasis”, cioè “Resurrezione”, sono esposte opere a inchiostro su carta di grande formato che raccontano come la natura si riappropria del suo ambiente, evidenziandone le capacità di sopravvivenza e di rinascita e creando un parallelo con il ruolo dell’artista nella contemporaneità e con il presupposto di perenne rinnovamento della pittura in un’era fortemente marcata dalla digitalizzazione dei linguaggi artistici. Nella stessa sala è esposta anche una serie di disegni su carta e di taccuini, che prende il nome di “Insulae” (Isole) nei quali Chiesi costruisce una narrazione in progress della città di Modena, con riferimento a luoghi topici che riflettono l’inconscio collettivo dei suoi abitanti.
(foto: un momento della presentazione da sx: il curatore Fulvio Chimento, Andrea Losavio, gallerista, Andrea Chiesi, l’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi, Giulia Severi, assessorato alla Cultura, Francesco Reggiani, Hera)