E’ la Casa di Tina, villetta del ‘900 in via Corticella 6 a Bologna, di proprietà del Comune e affidata dall’Azienda Usl ad un gruppo di associazioni. La casa è intitolata a Tina Gualandi, una utente impegnata in tantissime attività di volontariato, scomparsa prematuramente nel 2018, particolarmente impegnata nel testimoniare, e contrastare, lo stigma che accompagna chi soffre di disturbi mentali.
La Casa di Tina è stata inaugurata oggi 4 giugno alle 11.30, alla presenza di Daniele Ara, Presidente del Quartiere Navile – Comune di Bologna, Giuliano Barigazzi, Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della Città Metropolitana di Bologna, Paolo Bordon, Direttore Generale dell’Azienda USL di Bologna, Marie Françoise Delatour, Presidente Associazione Cercare Oltre, capofila del progetto Casa di Tina, Angelo Fioritti, Direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche Azienda USL di Bologna, Ethel Frasinetti, Consigliera della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Antonella Misuraca, Presidente del CUFO (Comitato Utenti Familiari e Operatori) DSM-DP di Bologna.
La Casa di Tina, 240 metri quadrati distribuiti su tre piani con due sale riunioni, una cucina, tre laboratori, due biblioteche ed un ampio giardino, è stata rinnovata grazie ad un finanziamento della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna di 20 mila euro.
La Casa ospiterà le attività di 10 associazioni della Salute Mentale (Cercare Oltre, Il Ventaglio di ORAV, Non Andremo Mai in TV, Galapagos, Cristina Gavioli, Diavoli Rossi, A.I.T.Sa.M., Daedalos, Spazio e Amicizia, Progetto Itaca Bologna). Un nuovo spazio di accoglienza dedicato alle esigenze dei cittadini seguiti dai servizi di Salute Mentale dell’Azienda Usl di Bologna, che necessitano di un particolare contesto familiare per svolgere attività rivolte alla socializzazione, alla cultura, all’apprendimento.
Attualmente la Casa di Tina ospita le redazioni del sito Sogni&Bisogni e della rivista mensile Il Nuovo Faro. Già presenti, inoltre, laboratori del programma PRISMA (Promuovere e Realizzare Insieme Salute Mentale Attivamente), gruppi di auto-mutuo-aiuto, diverse attività inerenti al programma PACo (progetti di attività di Comunità) per la riappropriazione della propria vita sociale.
Ma in futuro, la Casa dovrà assomigliare sempre più ad un vero focolare domestico dove poter bussare e trovare amici con cui bere un caffè, dialogare, preparare e condividere un pranzo assieme, leggere, ascoltare musica, guardare un film. Insomma un luogo dove poter uscire dalla solitudine.