Il fenomeno dei “furbetti del cashback” non è stato mitigato dalle segnalazioni, ma continua invece ad aumentare: si tratta di fenomeni di “creatività” applicata al cashback di Stato che vanno a danno della collettività e, in particolare, si concentrano su alcune tipologie di attività, una su tutte i distributori di benzina.
“Continuiamo ad assistere a micro-rifornimenti alle pompe automatiche per valori intorno a un euro, con diverse ripetizioni consecutive, soprattutto in orario notturno dopo le ore 22 – spiega Marco Poggi – Addirittura un nostro associato ci ha segnalato dieci transazioni da 7 centesimi in pochi minuti”.
Perché insistere e rischiare? E’ presto detto: i furbetti in questione tentano in questo modo di aumentare il numero di pagamenti elettronici per scalare la classifica del cashback di Stato entro il mese di giugno, al fine di rientrare tra i 100.000 italiani beneficiari del SuperCashback. Il danno riscontrato dai gestori è sicuramente derivante dalle commissioni sulle transazioni elettroniche, sempre molto alte, ma ora si aggiungono anche le riparazioni alle pistole di rifornimento e i mancati incassi nei casi in cui l’impianto va in tilt: “Dopo diverso tempo, con sollecitazioni continue, sono molto più frequenti le rotture, da cui derivano disservizi alla collettività (pompe in riparazione e non in servizio). Un altro problema è che con un numero di transazioni così alto il rotolo di carta delle ricevute si esaurisce in breve tempo e l’intero impianto risulta poi fuori servizio: gli addetti riescono a intervenire solo nelle ore diurne dei giorni lavorativi e questo significa perdere gli incassi notturni e del fine settimana”.
Poggi sottolinea la necessità di un intervento urgente: “Questo “frazionamento” degli acquisti deve essere evitato con divieti di effettuare transazioni multiple di basso importo nello stesso esercizio e nel giro di un lasso di tempo ristretto, (minuti o addirittura secondi) e inserendo un tetto minimo di spesa. Occorre trovare una soluzione congrua per arginare questo fenomeno che danneggia una categoria già in sofferenza ed evitare anche che questa dinamica possa falsare l’iniziativa a scapito di chi partecipa alla classifica in modo onesto”.