Agli arresti domiciliari presso l’abitazione della madre a Reggio Emilia, perchè condannato a 4 anni di reclusone e 2.000 euro di multa per il reato di estorsione ai danni di un 42enne reggiano – reato commesso tra febbraio e aprile del 2019 in concorso con la sua ex, una 34enne reggiana – è stato denunciato dai Carabinieri di Casina per atti persecutori commessi proprio ai danni della 34enne tra il novembre del 2020 e il corrente mese di maggio. Condotte manifestatesi attraverso l’invio di sms e messaggi audio anche con l’utilizzo degli applicativi WhatsApp e Instagram.
Le ultime condotte delittuose si aggiungono alle analoghe commesse dallo stesso nel 2020 ai danni della stessa ex per le quali, peraltro, l’uomo è stato condannato dal Tribunale di Reggio Emila alla pena di 2 anni e 7 mesi di reclusione, pena confermata nel luglio del 2020 dalla Corte d’Appello di Bologna.
Sulla base dei nuovi fatti il Procuratore Generale, recependo quanto segnalato dai militari di Casina e considerata anche la recideva del reato, ha chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura degli arresti il cui provvedimento è stato eseguito ieri dai carabinieri che hanno condotto in carcere l’uomo. Dalle indagini, infatti, emerge come il 30enne abbia ripetutamente e insistentemente contattato l’ex compagna, il suo datore di lavoro, la moglie di costui, la madre, un amica e una collega della 34enne pronunciando e scrivendo frasi dal contenuto seriamente minaccioso, aggressivo e ingiurioso nei confronti della vittima. Ciò nonostante si trovasse ai domiciliari con prescrizione del divieto di parlare con persone diverse da quelle con cui abita. Alla luce della condotta delittuosa, peraltro aggravata dalla recidiva, la Corte d’Appello di Bologna ha disposto l’aggravamento della misura dei domiciliari, che il 30enne beneficiava, disponendo che lo stesso fosse condotto in carcere. Provvedimento quest’ultimo che ieri è stato eseguito dai carabinieri di Casina.