Il direttivo della CNA del Comune di Modena, che ha portato alla rielezione della presidente uscente Emanuela Bertini, nei giorni scorsi ha incontrato gli assessori Ludovica Carla Ferrari e Andrea Bosi per un confronto sui temi della città. Un dibattito che è servito anche per illustrare quello che sarà il programma per il prossimo quadriennio dell’Associazione cittadina, basato sulla centralità, per lo sviluppo economico e sociale della città, delle imprese artigiane e famigliari, che creano valore e sostenibilità economica, sociale ed ambientale.
Un sapere che si integra con la nuova vocazione turistica di Modena grazie al cosiddetto il turismo esperienziale, in grado di contribuire alla rivitalizzazione dei centri storici del territorio. A questo proposito l’assessora Ferrari ha sottolineato il ruolo dell’Amministrazione, pronta ad accogliere la nuova spinta turistica, nazionale e internazionale generata dalle eccellenze enogastronomiche e dalle competenze legate ai motori e più generalmente all’automotive.
Con l’assessore Andrea Bosi sono stati invece ripercorsi i temi della legalità declinati nella lotta al sommerso e all’abusivismo e al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata sul nostro territorio. Una battaglia che può essere vinta solo con una alleanza tra le amministrazioni e gli imprenditori virtuosi, necessità acuita dall’incertezza che caratterizza l’attività economica.
Si è parlato anche della riqualificazione della città e della sua periferia, e delle infrastrutture legate allo sviluppo della comunità. In questo ambito CNA continua a manifestare tutte le sue perplessità sull’attuale modalità del treno Gigetto. “Pensare a sciogliere i nodi dell’attraversamento ferroviario di via Panni e via Morane – commenta in proposito Emanuela Bertini – non risolve il problema di un sistema di trasporto che, per come è attualmente strutturato, non contribuisce come potrebbe al trasporto pubblico. A nostro avviso occorre una trasformazione di questa linea in un servizio metropolitano con veicoli più leggeri, in grado di consentire, grazie ai maggiori ratei di accelerazione e decelerazione, di aumentare ridurla, darebbe davvero guardare ad un futuro sostenibile. Una tramvia di questo tipo, magari estesa sino a Carpi, permetterebbe la sostituzione di una larga parte di quei trasporti su gomma che coinvolgono sei comuni che sarebbero attraversati da questa tramvia, un’area dove risiede circa la metà della popolazione della provincia e che conta circa il 60% dei posti di lavoro, generando quotidianamente circa 110.000 spostamenti al suo interno”.
“Abbiamo anche espresso tutte le nostre perplessità – ha concluso Bertini – sulla chiusura dei parcheggi all’ex Amcm, che penalizzano l’accesso al Centro Storico e sono in contrasto con tutte le manovre intraprese, spesso con successo, per la sua rivitalizzazione”.