Con una ordinanza, il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ha rinnovato l’obbligo di indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie – ad eccezione che l’uso della mascherina sia incompatibile con esigenze personali momentanee – fino al 31 luglio 2021 per tutto l’arco della giornata e su tutta l’area del Centro storico cittadino, cioè quella compresa all’interno dei viali della Circonvallazione.
Tale obbligo vale per tutti coloro che si trovano a transitare e/o sostare, a piedi o in bicicletta.
Con lo stesso dispositivo, si fa obbligo di indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie, fino al 31 luglio 2021, per tutto l’arco della giornata nelle zone di fronte e nelle vie adiacenti agli ingressi dei poli scolastici, delle palestre e nelle aree delle fermate dei bus e dei treni, nelle zone di attesa taxi e auto a noleggio con conducente (Ncc) su tutto il territorio comunale.
Anche questo obbligo vale per tutti coloro che si trovano a transitare e/o sostare, a piedi o in bicicletta nelle zone indicate.
Rimane inalterato l’obbligo di rispettare, su tutto il territorio comunale, l’uso della mascherina a protezione delle vie respiratorie, qualora non si possa rispettare il distanziamento fisico previsto dalle normative.
In caso di mancata ottemperanza agli obblighi, sono previste sanzioni da 400 a 1.000 euro.
L’ordinanza potrà essere ulteriormente integrata con l’inserimento di altre zone, qualora si riscontrassero criticità.
Le disposizioni si basano sulle norme nazionali e regionali in vigore, in particolare sul recente Dpcm, con il quale si proroga lo stato di emergenza sanitaria fino al 31 luglio 2021, e si sono rese opportune in considerazione delle riaperture di attività quali esercizi pubblici e mercati, che hanno generato una significativa affluenza di cittadini in diverse parti del Centro storico.
La ripresa delle attività, come quelle scolastiche, ha determinato inoltre la creazione di situazioni di assembramento soprattutto in prossimità degli accessi ai poli scolastici e alle palestre, oltre che alle fermate dei diversi servizi di trasporto pubblico, che non sempre consentono il mantenimento del distanziamento fisico previsto dalle normative in vigore.