Per il secondo anno consecutivo ci accingiamo a festeggiare il 1° Maggio, Festa del Lavoro, in una situazione di emergenza sanitaria, e si prospettano settimane decisive per il futuro delle nostre Imprese e del Paese.
Il secondo trimestre dell’anno, per chi fa impresa, è il periodo più intenso che ci dà indicazioni chiare di come lo stesso sia destinato a chiudersi.
Dodici mesi fa circa, a pochi giorni da questa data, esattamente il 4 maggio, era arrivato per tutti il momento della ripartenza dopo il lungo e durissimo lockdown.
Oggi, a un anno di distanza, l’auspicio è che i primi giorni del mese di maggio possano nuovamente costituire un passaggio fondamentale, e mi riferisco in questo caso all’allargamento della campagna vaccinale nella nostra regione.
Nelle ultime settimane, di certo, si sono ravvisati importanti passi in avanti, c’è stata una netta accelerazione. Ma non è sufficiente.
Dal 27 dicembre scorso attendiamo, consapevoli e concordi nella priorità di medici, anziani, soggetti fragili, mondo della scuola, mondo dell’università.
Ora che scuole e università si accingono a concludere l’anno di attività, crediamo sia giunta l’ora di considerare anche il mondo delle imprese private con i suoi collaboratori e famigliari.
Siamo stati rigorosi nell’attesa, ma ora dobbiamo viaggiare velocemente su un binario parallelo. È un doveroso segnale di rispetto anche verso queste persone.
Persone che, per dovere della comunità verso i soggetti più deboli, hanno pagato anche personalmente. Una collettività di persone che ora, non solo deve supportare una competizione internazionale, ma che ha più di altri necessità improrogabili di riprendere a viaggiare per non perdere ulteriori marce nella corsa sui mercati mondiali, che già da qualche mese ci consegna una competizione ancor più aggressiva e selettiva di prima, dove la scarsità di fattori essenziali come materie prime e trasporti sta ulteriormente compromettendo la stabilità di centinaia di piccole e medie imprese.
Come imprese abbiamo offerto, da subito, massima collaborazione e pieno sostegno alle istituzioni nazionali e regionali, per contribuire a completare il prima possibile la campagna di vaccinazione, attenendoci alle disposizioni del piano nazionale.
Oggi abbiamo bisogno di date e modalità certe, e non di ulteriori rinvii, per poter procedere alla vaccinazione dei nostri collaboratori.