È un comportamento chiamato ‘binge drinking’, termine inglese per indicare l’assunzione di tante unità alcoliche nell’unità di tempo ed è diffuso in particolare tra i giovani con conseguenze che possono essere molto gravi. Secondo i parametri fissati dalle organizzazioni internazionali una unità alcolica corrisponde a dodici grammi di alcol puro, corrispondenti a un bicchiere di vino, una birra media o un bicchierino di superalcolici.
“Nel territorio della provincia di Modena negli ultimi anni abbiamo purtroppo avuto casi di coma etilico di minorenni, con età pari a 15-16 anni, che si sono presentati al Pronto Soccorso in stato di incoscienza per aver bevuto molte unità alcoliche nell’unità di tempo – spiega il medico farmacologo Massimo Bigarelli, responsabile del programma alcologico dell’Azienda USL di Modena –. Nell’età evolutiva questo comportamento è molto pericoloso per l’incolumità sia dei giovani sia di altre persone: pensiamo ad esempio all’effetto del consumo di alcol alla guida e ricordo che i neopatentati, secondo il codice della strada, per i primi tre anni non possono bere nulla prima di mettersi al volante, il loro livello di alcolemia deve essere pari a zero”.
A differenza degli adulti, i giovani bevono in modo smodato ma saltuariamente e questo viene interpretato non come dipendenza ma come euforizzante: “L’alcol viene utilizzato come sostanza psicoattiva che va ad alterare il funzionamento del sistema nervoso centrale” sottolinea il dottor Bigarelli.
Da anni l’Azienda USL di Modena mette in pratica campagne di prevenzione alcologica utilizzando in particolare la ‘Peer education’: parlare ai giovani attraverso i giovani, affrontando tematiche di promozione della salute quali affettività e sessualità, violenza di genere, identità di genere e consumo di alcol. Una metodologia, utilizzata da dieci anni, che ha l’obiettivo di aiutare i ragazzi a sviluppare un pensiero critico, fare scelte più consapevoli favorendo sani stili di vita e promuovere la conoscenza e l’uso dei servizi sanitari dedicati agli adolescenti.
In occasione della campagna di comunicazione sulla prevenzione alcologica che si è sviluppata durante tutto il mese di aprile, l’Azienda USL di Modena si è avvalsa anche della collaborazione di una studentessa modenese che partecipa al progetto di ‘Peer education’ nelle scuole.