“Dopo un anno di pandemia, la tensione sociale è altissima e tanti nuclei famigliari sono in gravissima difficoltà nell’organizzazione della propria vita quotidiana e lavorativa. È a rischio la tenuta delle nostre comunità locali se le famiglie non riescono a tenere assieme lavoro e educazione dei figli”.
È quanto afferma il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli scrivendo al premier Mario Draghi e ai ministri alla Pubblica istruzione Patrizio Bianchi e alle Pari opportunità e Famiglie Elena Bonetti, in una lettera che fa il punto sulla situazione dei servizi educativi.
Nel documento inviato nella giornata di mercoledì 10 marzo, e indirizzato anche al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e alle assessore Elly Schlein e Paola Salomoni, il sindaco annuncia che, con modalità simili a quelle dello scorso anno, a Modena saranno tagliate le rette di nidi e scuole d’infanzia relativamente al periodo di chiusura e chiede “risorse economiche a disposizione degli Enti locali per evitare il crollo del sistema integrato 0-6 anni: evidentemente – afferma il sindaco – non possiamo chiedere ai genitori di continuare a pagare le rette, né è pensabile che le sole finanze comunali
sostengano queste perdite”.
Muzzarelli esorta dunque “risposte certe ed immediate” su “una misura di sostegno indispensabile in questo contesto, come i congedi parentali, come avvenuto in occasione di analoghe chiusure un anno fa, perché proprio come dodici mesi fa alla chiusura della didattica in presenza non è corrisposta la chiusura delle attività lavorative (anzi sono ancora più numerose quelle aperte)”.
Sottolineando le difficoltà in cui si sono venute a trovare le famiglie e non solo, Muzzarelli ripercorre “le criticità registrate negli ultimi giorni in merito alla chiusura dei servizi educativi 0-6, conseguente al Dpcm in vigore dal 6 marzo” parlando di “poca chiarezza e contraddittorietà dei provvedimenti adottati e della relativa comunicazione istituzionale” che hanno causato “giorni di grave difficoltà nei rapporti con le famiglie e con tutti i lavoratori e lavoratrici della scuola”.
“Per diversi giorni – precisa – non è stato chiaro l’indirizzo nazionale in merito all’apertura garantita non solo per alunni disabili o con bisogni speciali, ma anche per i figli dei lavoratori appartenenti alle categorie essenziali. La mancanza di un’interpretazione certa della norma, sollecitata dai Comuni a Regione e Governo, ha creato ulteriore caos e tensione in una situazione già di per sé molto critica a seguito della zona rossa vigente da giovedì 4 marzo”.
Più in generale, osserva il sindaco Muzzarelli rivolgendosi a Governo e Regione “questa modalità di lavoro e di relazioni con gli Enti Locali è difficilmente sostenibile”.
Con l’occhio ancora rivolto a famiglie e giovani conclude: “I servizi educativi, luogo di educazione ma anche indispensabile servizio di conciliazione per le famiglie, devono potere riprendere l’attività in presenza appena ci saranno le condizioni, e a seguire devono riaprire in presenza anche tutte le altre scuole”.
Al premier riconosce che, come Draghi stesso ha detto, “la via di uscita è l’accelerazione delle vaccinazioni: vediamo la fine del tunnel ma è ancora troppo lontana, bisogna procedere più celermente con tutti i mezzi e le risorse a disposizione, in tutti i luoghi adeguati delle città e con ogni persona in grado di vaccinare”, sottolinea il sindaco.