A pronunciarsi è il Centro Meteo Emilia Romagna, che fa un resoconto del trimestre invernale da poco conclusosi (ricordiamo che l’inverno meteorologico inizia il 1 dicembre e termina il 28 febbraio).

Il mese di dicembre 2020 ha visto frequenti episodi perturbati, con la neve che è giunta anche fin sulle città da Piacenza a Bologna, con i settori occidentali che sul finire del mese hanno registrato nuove precipitazioni nevose fino in pianura e 30-50 cm di accumulo al suolo. Anche il mese di gennaio è risultato perturbato, con nuovo incremento della neve sulla dorsale appenninica, mentre sui settori pianeggianti gli episodi nevosi sono risultati quasi nulli. Febbraio ha visto invece prevalenza di condizioni anticicloniche, anche se si segnala a metà mese un significativo evento freddo con temperature sotto media per diversi giorni.

Nel complesso le piogge, molto abbondanti, a livello regionale sono stimate in 345 mm a fronte dei circa 210 mm previsti dalla climatologia, valore che dicembre aveva già interamente raggiunto singolarmente.
Gli scarti positivi più importanti sono stati registrati sull’Emilia Occidentale; a Parma è stato il secondo inverno più piovoso di una serie storica più che secolare: con 376,4 mm si classifica alle spalle del lontano 1901-1902 che fece registrare 437,9 mm.

Prendendo in esame l’inizio della stagione, alle piogge record sono corrisposte nevicate abbondantissime e probabilmente anch’esse da record sull’Appennino Emiliano per gli ultimi 30-40 anni considerando il periodo 1 dicembre – 15 gennaio.

Tramite la nostra rete di osservazione e misurazioni nivometriche, possiamo attestare oltre 7 metri di neve a 1400 metri sull’Appennino Reggiano, con valori simili su gran parte del settore montano emiliano.

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