Tra novembre e dicembre un numero per ora imprecisato di pensionati ha ricevuto lettere dell’Inps contenenti certificazioni Cud dell’anno 2020 rettificate in sostituzione di quelle precedenti a suo tempo inviate. Dal momento che la rettifica è pervenuta oltre la scadenza del 10 dicembre, i pensionati interessati devono presentare una certificazione integrativa entro marzo, per la quale è prevista una sanzione.
In altre parole, l’Inps sta facendo pagare ai contribuenti i propri errori. A tal proposito Confconsumatori, appoggiata da CNA Pensionati, ha scritto oggi all’Inps e al Mef per chiedere chiarimenti e l’adozione di opportune misure correttive al fine di evitare sanzioni e prevedere indennizzi per i soggetti danneggiati.
LE RETTIFICHE – Nelle lettere ricevute dai pensionati l’Inps ha comunicato che “La rettifica si è resa necessaria per integrare, sostituire o correggere i dati della precedente Certificazione Unica, nella quale le somme certificate non corrispondevano a quelle effettivamente erogate o trattenute dall’Inps nel 2019”. La nuova certificazione unica è pervenuta successivamente alla data del 10.12.2020 entro la quale la dichiarazione dei redditi deve obbligatoriamente essere inviata.
RISCHIO SANZIONE – A fronte di ciò, stante il riconosciuto ma non meglio specificato errore da parte dell’Inps, i destinatari di questa lettera si vedono costretti, entro il mese di marzo 2021, a presentare una dichiarazione integrativa per la quale è prevista una sanzione di euro 25. Qualora non provvedessero entro tale termine, potrebbero essere sanzionati dall’Agenzia delle Entrate per omessa presentazione della dichiarazione dei redditi.
LA LETTERA A INPS E MEF – Per questi motivi, in data odierna, Confconsumatori e CNA Pensionati hanno invitato l’INPS a spiegare i motivi dell’errore massivo a scusarsi con i pensionati, chiedendo poi al Ministero dell’Economia e all’Agenzia delle Entrate ad acconsentire alla riapertura dei termini per la presentazione delle denunce dei redditi senza alcuna sanzione. Parimenti Confconsumatori invita l’INPS a riconoscere un equo quanto automatico indennizzo di euro 50,00 da corrispondersi ai pensionati a titolo di risarcimento per il disagio connesso ai nuovi indispensabili accessi presso gli uffici di caf o di commercialisti (oltre tutto in un momento contraddistinto dalla necessità di evitare spostamenti e contatti).