“Ariete”, così è stata denominata l’operazione di servizio condotta all’alba dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia con l’ausilio dei colleghi dei Comandi Provinciali di Modena, Parma, 5° Reggimento Mobile Emilia Romagna, 13° Nucleo Elicotteri di Forlì, in quanto le scorribande furtive, che interessavano la regione dell’Emilia Romagna, avvenivano con una metodica standard: i malviventi utilizzando autovetture come arieti, tombini in ghisa o mazze infrangevano le vetrate dei negozi arraffando in pochi minuti refurtiva per svariate migliaia di euro.

Un’imponente e vasta operazione, culmine di una complessa ed articolata attività investigativa condotta in maniera diuturna dagli investigatori del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Guastalla sotto il coordinamento della Procura della Repubblica reggiana, avviata sin dal mese di luglio del 2019 nei confronti di un sodalizio criminale che aveva tracciato una vera e propria mappa di paura nei confronti di numerosi commercianti che da mesi subivano ingenti danni patrimoniali per i furti subiti.

Le risultanze investigative dei carabinieri condivise dalla Procura reggiana hanno visto quest’ultima richiedere ed ottenere dal GIP del tribunale di Reggio Emilia l’applicazione di una misura cautelare nei confronti di 16 dei 19 indagati (4 in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 6 obblighi di dimora nel comune di residenza e 2 obblighi di presentazione quotidiana alla P.G.) che alle prime ore di questa mattina è stata eseguita dai carabinieri reggiani nelle province in tre diversi campi nomadi delle province di Modena e Reggio Emilia e in provincia di Ferrara.

Reggio Emilia, Parma e Modena le province emiliane oggetto dalle incursioni degli appartenenti al sodalizio criminale con base operativa e logistica tra le provincie di Reggio Emilia e Modena che spaziavano in lungo e largo nelle province emiliane colpendo tabaccherie, bar, supermercati, negozi di abbigliamento che raggiungevano con autovetture fittiziamente intestati utilizzate alcune delle quali utilizzate come dei veri e propri arieti per sfondare le vetrate dell’attività commerciali depredate.

Questo sinteticamente il quadro emerso a seguito della prolungata attività investigativa avviata sin dal mese di luglio 2019 dai Carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Guastalla che attraverso indagini dapprima tradizionali e poi sofisticate tecniche investigative hanno ripercorso la “vita delittuosa” del sodalizio criminale composto da un’importante quota rosa composta da 7 donne che avevano come principale ruolo quello di intestarsi fittiziamente le auto usate nei raid delittuosi.

La fase esecutiva dell’operazione Ariete avvenuta alle prime luci dell’alba di oggi, preceduta da una laboriosa attività di localizzazione resa necessaria per il rintraccio dei soggetti di etnia sinti domiciliati in tre diversi campi nomadi di Reggio Emilia, Bagnolo in Piano e Novi di Modena ed in provincia Ferrara, ha visto l’impiego di numerosi oltre 100 carabinieri che hanno dato esecuzione a un ordinanza cautelare nei confronti di 16 dei 18 indagati (4 in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 6 obblighi di dimora nel comune di residenza e 2 obblighi di presentazione quotidiana alla P.G.), emesse dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Emilia.

Una vasta operazione quella scattata alle prime ore di oggi 15 dicembre 2020 tra Reggio Emilia e Modena, che ha visto i Carabinieri operare anche una ventina di perquisizioni nei confronti degli indagati conclusesi con il sequestro dei cellulari degli indagati. I provvedimenti restrittivi eseguiti dai carabinieri del nucleo operativo di Guastalla, con la collaborazione dei comandi Arma territorialmente competenti riguardano:

Ordinanza custodia cautelare in carcere: N.D.B., cl. 1996 – uomo; D.D.B., cl.1989 – uomo; J.E., cl. 1995 – uomo; E.C., cl. 1994 – uomo.

Ordinanza custodia cautelare in regime di arresti domiciliari: M.E., cl. 2000 – uomo; T.T., cl. 1997 – uomo; J.T., cl. 1995 – uomo; D.L., cl. 1995 – uomo;

Ordinanza di obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza: M.L. 20enne – uomo; A.S. 35enne – uomo; D.E. 25enne – donna; S.L. 47enne – uomo; E.E. 30enne – donna; A.S. 55enne – donna.

Obbligo di presentazione quotidiano alla P.G. per una 24enne e una 25enne.

Tutti i soggetti sono residenti tra le Provincie di Reggio Emilia e Modena.

Per tutti l’accusa è quella di associazione per delinquere finalizzata a realizzare una pluralità di delitti di furto ai danni di esercizi commerciali e di altri reati contro il patrimonio, avendo costituito e partecipato a un sodalizio criminale di cui costituivano dotazione organica vetture usate come ariete o come auto staffetta per l’esecuzione die singoli furti, strumenti da scasso (esempio grosso flessibile da cantiere e arnesi da sfondamento), schede telefoniche fittizie intestate a soggetti inesistenti.

Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Guastalla hanno rilevato:

  • il compimento di minuziosi sopralluoghi, precedenti ai furti, finalizzati a studiare l’obiettivo per pianificare, organizzare la fase esecutiva e la successiva fuga rapida;
  • l’individuazione dell’obbiettivo – a parte il maxi furto di capi d’abbigliamento a Langhirano (PR) – è costituito immancabilmente da esercizi commerciali al cui interno vi erano macchinete cambia monete per slot-machine, casseforti o registratori di cassa;
  • la predisposizione dio un vero e proprio commando incaricato dell’azione esecutiva che raggiungevano gli obiettivi con due auto (una destinata a fungere come ariete per la spaccata l’altra a bordo della quale si trovava il soggetto che fungeva da staffetta e palo);
  • l’esclusivo “lavoro” notturno (con il negozio chiuso e quando c’era meno gente in giro) per agevolare l’attività del palo consentendogli di notare per tempo il sopraggiungere delle forze di polizia e nel caso, sospendere o addirittura rinviare o rinunciare all’azione;
  • l’esecuzione rapidissima dei furti in pochi minuti attraverso il metodo della cosiddetta spaccata che poteva avvenire o utilizzando come ariete l’autovettura in uso al commando o attraverso l’utilizzo di tombini in ghisa o mazze;
  • utilizzo di uno strumento da taglio (flessibile da cantiere di grosse dimensioni) per procedere al taglio di pali metallici posti esternamente a protezione degli edifici presi di mira;
  • collegamento fra gli esecutori materiali del furto e palo con schede mobili intestate a soggetti inesistenti che utilizzavano esclusivamente durante i colpi;

Nel corso delle indagini è stata acclarata la responsabilità del sodalizio in ordine ai seguenti ventiquattro furti compiuti tra le province di Reggio Emilia, Modena e Parma, che hanno comportato, tra refurtiva asportata e ingenti danni strutturali, un danno patrimoniale quantificato nell’ordine di alcune centinaia di migliaia di euro:

Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato molto materiale di dubbia provenienza al vaglio degli inquirenti.

Valore del bottino stimato in circa 100.000 Euro con danni complessivi agli esercizi commerciali e alle strutture in generale per oltre 200.000.

Ora le indagini proseguono con i Carabinieri del Nucleo Operativo di Guastalla che vogliono ripercorrere non solo ulteriori le tappe delittuose di questi malviventi che imperversavano nell’intera Emilia Romagna ma anche per risalire ad eventuali ulteriori complici di quella che è una banda ben struttura ed organizzata che si avvaleva di una buona parte di quote rosa: compiacenti donne il cui principale onere era quello di intestarsi le autovetture utilizzate per le scorribande furtive della banda.