Il completamento, fino all’area fluviale del Secchia, della Diagonale, il corridoio ecologico dedicato alla mobilità sostenibile sull’asse dell’ex linea ferroviaria il cui cantiere è attualmente in corso fino al Polo Leonardo. E la trasformazione di piazza Manzoni e della stazione Piccola per migliorarne l’interconnessione ciclabile e pedonale, oltre a favorire l’intermodalità e la sostenibilità dei viaggi, anche grazie a un efficientamento puntuale del trasporto pubblico locale su gomma.
Sono i due interventi sulla mobilità sostenibile condivisi con la Regione e inviati al Governo insieme ad altri progetti per la candidatura al finanziamento nell’ambito del Next Generation Eu, con il Recovery Fund, o per altre opportunità di finanziamento europeo o nazionale. A illustrarli nel corso del Consiglio comunale di martedì 1 dicembre è stata l’assessora alla Mobilità sostenibile Alessandra Filippi, che ha risposto all’interrogazione del M5s illustrata da Giovanni Silingardi sui progetti da candidare. Il consigliere ha chiesto in particolare se il Comune ha avviato le procedure per proporre al Governo progetti da finanziare nell’ambito di questo o altri programmi di finanziamento dell’Unione europea e se tra i progetti da candidare rientra anche quello della “linea metropolitana – metrotranvia di superficie presentato alla città, già definitivo ed esecutivo, eventualmente e possibilmente integrabile con il progetto di valorizzazione della linea Modena – Sassuolo”.
L’assessora ha sottolineato che “il percorso di revisione del trasporto pubblico locale è già stato avviato prima della pandemia e delle opportunità che forse offrirà il Recovery Fund. I due interventi presentati – ha proseguito – concorrono alla formazione di una proposta di riorganizzazione dell’offerta di tutto il sistema del Tpl esplicitata nel Piano urbano per la mobilità sostenibile (Pums2030) e in un documento di Amo approvato dall’assemblea dei soci a dicembre 2018, nella prospettiva di rendere il trasporto pubblico locale sempre più competitivo e trasversalmente attrattivo per tutte le tipologie di utenti”.
Filippi ha quindi spiegato che Modena si sta confrontando con la Regione sul destino delle aziende e per rideterminare il corrispettivo di servizio e insieme a Reggio Emilia sta procedendo con la redazione dei documenti per l’affidamento del servizio. “Il contesto attuale – ha affermato – non è assolutamente paragonabile a quello di 17 anni fa, quando è stato fatto il progetto di metrotranvia. È un contesto diversissimo, a prescindere dalla crisi pandemica, e la semplice riesumazione decontestualizzata di quel progetto non ci pare una proposta corretta, anche solo di principio. Non si può candidare perché è pronto senza un’analisi per vedere se è appropriato per la situazione attuale. Il Pums – ha proseguito – ha preso atto che è necessaria una riorganizzazione complessiva del Tpl, ma con proposte che siano studiate e realizzabili, che partendo dall’analisi del contesto attuale siano in futuro sostenibili e gestibili. Perché è necessario fare i conti con le risorse economiche disponibili, non solo per gli investimenti ma anche per la gestione”.
L’assessora ha poi evidenziato che nel primo biennio di attuazione del Pums è prevista la realizzazione di due studi di fattibilità: uno relativo all’efficientamento del Tpl urbano con focus sugli scenari evolutivi dell’attuale linea ferroviaria Modena-Sassuolo e uno relativo all’assetto del nuovo Hub intermodale di piazza Dante. “Il 17 novembre – ha comunicato Filippi – la Giunta ha deliberato lo schema di convenzione con Amo per l’affidamento degli incarichi degli studi di fattibilità”.
Nella replica, il consigliere Silingardi ha ribadito che le città che hanno attivato una linea metrotranviaria hanno numeri sul Trasporto pubblico locale incomparabili con quelli di Modena, ma “prendo atto che questo progetto non è all’ordine del giorno – ha detto – anche se gli interventi previsti hanno un impatto insufficiente sull’efficienza del Tpl”.