Il sindacato pensionati Spi Cgil da anni denuncia l’esistenza di una zona grigia in cui si inserisce la possibilità di fenomeni come quelli evidenziati dalle indagini dei Carabinieri a Castelfranco Emilia relativamente alle strutture per anziani.
“La zona grigia – si legge in una nota dello Spi-Cgil Castelfranco Emilia – è quella delle cosiddette Case famiglia per anziani, che non sono soggette a nessuna normativa specifica se non la generica dichiarazione di inizio attività e l’obbligo di non superare i 6 ospiti che devono essere autosufficienti.
Da tempo denunciamo questo tipo di offerta che si sta espandendo eludendo anche le minime norme previste per l’apertura.
Per questo motivo, con il Comune di Modena prima, e in sede di Conferenza territoriale Socio Sanitaria (CTSS) poi, abbiamo prima definito un regolamento, proposto anche al resto della provincia tramite la CTSS affinché fossero posti in capo al Comune ed all’Ausl, compiti di vigilanza alla stregua di quelli previsti per le CRA. Riteniamo che l’azione dello Spi Cgil abbia consentito di accentuare l’attenzione di tutti i soggetti interessati per tutelare al meglio l’anziano ospite di queste strutture.
Importante è il coinvolgimento dei parenti, come in questo caso di Castelfranco, che hanno saputo essere attenti e vigili alle condizione degli anziani ospiti. L’adozione di un regolamento codificherebbe con precisione le modalità di intervento dei vari soggetti. Questo caso ha visto il comune di Castelfranco e l’Ausl agire con tempestività.
L’auspicio che formuliamo – conclude lo Spi Cgil – è che ovunque si alzi il livello di guardia nei confronti delle varie strutture che ospitano anziani e/o soggetti fragili, come da tempo lo Spi Cgil sta chiedendo, soprattutto poi in questa fase nella quale la pandemia ci ha messo di fronte tutte le fragilità e le problematiche presenti nel welfare rivolto agli anziani”.