In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, il Comune di Reggio Emilia ricorda l’impegno, l’intraprendenza, la creatività, il talento e il protagonismo delle donne che da sempre caratterizza il territorio reggiano con il premio le “Reggiane per esempio”. Istituito nel marzo del 2010, il premio è l’occasione per dare voce e visibilità alle reggiane che si sono contraddistinte per il loro impegno a favore della comunità o per le loro capacità professionali, l’intraprendenza, la creatività e il talento nei vari ambiti sociale, politico, sportivo o culturale. Nel corso degli anni, gli ambiti di assegnazione del premio sono cresciuti grazie ai contributi delle associazioni femminili che partecipano al calendario di ‘Trecentosessantacinque giorni donna’, promosso dall’Amministrazione comunale di Reggio Emilia e dedicato alle tematiche del femminile.

Per l’anno 2020 il premio verterà sulla categoria ‘Impegno sociale e solidarietà Pace/Diritti Umani’: saranno assegnati due riconoscimenti, uno per le donne fino a 40 anni (sezione under) e uno per le donne di età superiore ai 40 anni (sezione over). Le candidature – presentate da enti, associazioni e istituzioni – sono state valutate da una commissione composta dall’assessora alle Pari opportunità Annalisa Rabitti e dalle rappresentanti delle associazioni femminili di Reggio Emilia: nel corso della cerimonia di premiazione, inizialmente programmata per venerdì 6 marzo e rinviata a causa delle disposizioni per il contenimento del Covid-19, alle premiate sarà consegnata una copia del Primo Tricolore, quale riconoscimento simbolico al valore dell’operato femminile.

Sono due le candidature per la sezione under 40, Diana Bota e Mariam Ouhiya, e sette quelle per la sezione over 40: Graziella Primoli, Carla Tromellini, Mariachiara Alessandra Visconti, Bruna Ganapini, Olga Riccò, Irene Capitani e Khadija Lamami.

“È stata una discussione ricca e interessante quella che ha portato all’individuazione delle candidate – dice l’assessora alle Pari Opportunità Annalisa Rabitti – Selezionare le nove donne tra le quali saranno scelte le premiate è stato impegnativo e complesso, perché davvero ciascuna delle candidature arrivate avrebbe meritato un riconoscimento. È stato molto bello leggere di queste storie piene, di donne che davvero hanno donato pezzi importanti della loro vita per gli altri. Ci riportano alla parte più bella della nostra città: quella che sa essere assieme, che sa cosa significa la parola ‘noi’, sopratutto in un momento come questo, in cui sentirsi comunità a volte è difficile, e non dimenticarselo è importante. Mi sento di ringraziare personalmente tutte queste grandi donne, che mi fanno sentire orgogliosa di essere reggiana”.

Di seguito il profilo delle candidature:

Diana Bota (under 40), 24 anni, una laurea triennale in Lingue e culture per l’editoria conseguita presso l’Università degli Studi di Verona, è una giovane attivista per l’affermazione dei diritti di cittadinanza a livello locale e nazionale. Con la sua associazione di volontari ucraini lavora sul territorio di Reggio Emilia organizzando diverse attività.

Mariam Ouhiya (under 40), 34 anni, mediatrice, insegnante di lingua italiana per stranieri, da cinque anni lavora con la associazione Filef in modo collaborativo e propositivo per favorire una cittadinanza consapevole ed attiva soprattutto nelle persone più deboli.

Graziella Primoli (over 40), 81 anni, ha dedicato la propria vita al servizio della comunità e dei più poveri. Ha da sempre svolto azioni di volontariato insieme alla sua famiglia, dalla mensa Caritas all’Armadio del povero per i detenuti, mettendo sempre al centro la relazione vera con l’altro. Quando ha compiuto 80 anni, ha chiesto in regalo una bicicletta per raggiungere più velocemente le persone che hanno bisogno.

Carla Tromellini (over 40), 71 anni,psicologa e psicoterapeuta, laureata in Filosofia con tesi in psicologia, si è sempre distinta per la sua personalità, il suo essere solare e la sua professionalità che ha sempre messo al servizio degli altri. Presidente della associazione La Melagrana, coordina un gruppo di volontari per la assistenza ai malati oncologici.

Mariachiara Alessandra Visconti (over 40), 73 anni, laureata in Lingue e lettere moderne all’Università degli Studi di Bologna, presidente della mensa del Vescovo, ha manifestato accanto ad un grande cuore anche una grande capacità manageriale gestendo ed integrando le varie risorse. È ideatrice del Centro di ascolto Caritas.

Bruna Ganapini (over 40), 79 anni, dopo il diploma magistrale ha frequentato a Milano un corso di specializzazione per la conoscenza dell’Africa, dove ha vissuto per due anni. Al suo rientro a Reggio Emilia, con il marito Giuseppe Soncini ha iniziato, nell’ambito di un’attività internazionale, un volontariato militante impegnandosi nella lotta contro l’apartheid che le è valso l’intitolazione di una biblioteca nella township sudafricana di Watville. Nel 1982 ha tradotto il primo libro in lingua italiana di scritti di Nelson Mandela.

Olga Riccò (over 40), 84 anni, cuoca delle scuole dell’infanzia di Reggio Emilia, nel 1972 ha accolto a Reggio Emilia il figlio di Samora Machel, all’epoca leader del movimento di liberazione del Mozambico. A discapito della propria incolumità, accettò di aprire la sua casa e farla diventare un luogo di rifugio per molti combattenti della libertà del Mozambico, del Sudafrica e della Namibia. Nel corso degli anni è stata volontaria del Ccomitato nazionale di solidarietà con l’Africa Australe che aveva sede a Reggio Emilia e supportava tutte le attività di accoglienza e cura dei popoli africani.

Irene Capitani (over 40), 74 anni. La sua attenzione nel campo sociale è sempre stata rivolta ai più deboli, l’infanzia e con una attenzione ai sordomuti, con i quali ha anche iniziato la sua esperienza lavorativa. Dal 2013 collabora con la Filef.

Khadija Lamami (over 40), 40 anni, marocchina di nascita e italiana di adozione, rappresenta una voce originale e nuova nell’ambito della solidarietà, della pace, dei diritti umani. Vicepresidente, animatrice e volontaria di Binario 49, un caffè letterario, un progetto di rigenerazione urbana in via Turri, nel quartiere della Stazione. Mediatrice culturale, una delle sue esperienze più significative vissute è stata quella di volontaria della Caritas diocesana di Palermo nell’ambito della operazione ‘Mare Nostrum’.