Il centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna ha elaborato i dati del Registro imprese delle Camere di commercio, da cui risulta che, a fine settembre, le imprese attive erano 401.637, ovvero 2.875 in meno (-0,7 per cento) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. La perdita subita dalla base imprenditoriale regionale è quasi raddoppiata rispetto a quella riferita allo stesso trimestre dello scorso anno (-1.580 unità, -0,4 per cento). La diminuzione è comune a tutti i macro settori, più rapida in agricoltura, procede in misura più contenuta nell’industria e nelle costruzioni e solo lievemente nell’aggregato dei servizi. In dettaglio, l’insieme del commercio all’ingrosso e al dettaglio accelera l’ampia flessione delle imprese (-1.689 unità, -1,9 per cento).
Scendendo nel dettaglio delle tipologie del titolare di impresa, emergono dinamiche diverse, anche se la nota comune è nel segno meno: dalla lieve flessione delle imprese femminili, alla riduzione del calo, che però rimane, nelle giovanili, fino al rallentamento della crescita delle imprese straniere. Ecco nel dettaglio la mappa della base imprenditoriale per tipologia.
E’ lieve per le imprese femminili
A fine settembre erano 84.966, con una leggera diminuzione (-0,2 per cento) rispetto a un anno prima. Nonostante il sensibile calo del commercio al dettaglio (-3,1 per cento), crescono le imprese dei servizi (+0,5 per cento), grazie soprattutto alle attività immobiliari, quindi ai servizi di supporto per le funzioni d’ufficio e di supporto alle imprese e alla persona. In negativo prosegue l’ampia contrazione in agricoltura. L’Emilia-Romagna è risultata decima per “variazione”.
Si riduce nelle imprese giovanili
Sono 28.891, il 7,2 per cento delle imprese regionali. In un anno se ne sono perdute 589 (-2,0 per cento). La discesa è però meno accentuata rispetto allo scorso anno. La tendenza è più pesante a livello nazionale (-2,8 per cento), mentre è solo più contenuta in Piemonte e Veneto, ma peggiore in Lombardia. Il crollo nelle costruzioni (-486 unità, -8,5 per cento) determina la tendenza insieme con la riduzione nel commercio (-198 imprese, -2,7 per cento). L’unico contributo positivo viene dall’agricoltura e dalla pesca (+88 imprese, +3,8 per cento). La tendenza è determinata da una caduta delle ditte individuali (-552).
Cala il ritmo per l’imprenditoria estera
Prosegue la crescita delle imprese attive straniere in regione, che sono 49.099 (il 12,2 per cento del totale), ma rallenta sensibilmente: l’aumento nell’anno è di 937 unità, pari a +1,9 per cento. E’ il dato più contenuto registrato dal 2012 riferito al terzo trimestre, ma si contrappone a una riduzione delle altre imprese, non straniere, (-1,1 per cento). Nel Paese, la crescita delle imprese straniere (quasi 547 mila, pari al 10,6 per cento del totale) risulta analoga (+1,9 per cento). L’Emilia-Romagna è l’undicesima regione per aumento delle imprese straniere, davanti alla Lombardia (+1,5 per cento) e dietro al Veneto (+2,7 per cento). L’incremento si concentra nel macro settore dei servizi (in totale +693 imprese, +2,8 per cento), specie nelle altre attività dei servizi orientate alla persona (+170), quindi nell’alloggio e ristorazione (+161), ma prosegue pure, ridotto, nelle costruzioni (+153 unità) e nella manifattura (+61 unità).