In questi mesi numerosi consumatori si sono rivolti a Federconsumatori denunciando una prassi scorretta da parte di diverse compagnie telefoniche. “Per l’utente che vuole acquistare una ricarica per 5 e 10 euro – spiega l’associazione – il prezzo pagato non si traduce interamente in equivalente credito telefonico utilizzabile, ma il gestore obbliga ad impiegare 1 euro per l’attivazione di servizi extra (ad es. giga di navigazione o minuti di conversazione supplementari rispetto a quelli previsti dal piano tariffario)”.
“In questo modo – continua Federconsumatori – l’erogazione di tali servizi, non richiesta dagli utenti, viene arbitrariamente decisa dagli operatori telefonici, che così facendo costringono gli utenti a spendere 1 euro per ciascuna ricarica effettuata, ed è evidente il consistente volume di operazioni ed il conseguente enorme ritorno economico. Una sorta di ritorno al passato, quando ancora la Legge Bersani non aveva abolito i costi fissi per questo tipo di pagamenti”.
Federconsumatori ritiene che tutto ciò sia inaccettabile, dato che il consumatore non ha alcuna possibilità di scelta: se vuole acquistare i tagli di ricarica da 5 e 10 euro, è costretto ad adeguarsi e ad usufruire di un credito telefonico inferiore rispetto a ciò che vuole ed alla cifra pagata.
Alla luce dei numerosi casi raccolti, Federconsumatori trasmette una segnalazione in merito sia ad AGCOM che all’Antitrust: “è necessario e urgente che le Authority competenti indaghino e intervengano per mettere fine all’ennesima prepotenza delle compagnie telefoniche. In particolare ad Antitrust chiediamo di analizzare attentamente l’accaduto anche in questa circostanza, dato che sempre con maggiore evidenza emerge una uniformità di orientamento della proposta commerciale che lascia poco o niente possibilità di scelta per gli utenti e svilisce qualsiasi eventuale ipotesi di concorrenza”.