Il mercato immobiliare per crescere ha anche bisogno di transazioni sicure. E il certificato di conformità catastale è di fondamentale importanza.
Se in Italia nel 2018 le contrattazioni sono state poco sotto le 600mila transazioni, in Emilia-Romagna (fonte Nomisma) si stimano, a fine 2019, circa 62 mila transazioni, in crescita di quasi il 7% sul 2018 e del 2,3% sopra la quantità fatta registrare nel 2007 (il dato italiano è ancora sotto del 3%).
Per quanto riguarda Bologna, secondo l’osservatorio di Scenari immobiliari, nel corso del 2018 il mercato immobiliare cittadino ha registrato una decisa ripresa delle compravendite: dopo la performance negativa del 2017, nel 2018 l’indicatore è infatti tornato positivo, con il capoluogo in crescita decisa, mentre l’area metropolitana rimane sostanzialmente stabile. Per il 2019 sono attese 6.200 case vendute nella città di Bologna, in aumento del 7% rispetto al 2018, a fronte di un’offerta di 8.000 abitazioni. Anche il fatturato ha registrato un aumento del 6%, rispetto al calo registrato nel 2017, superando i due miliardi di euro. Una nuova spinta positiva, anche se moderata, è attesa per l’anno in corso.
È anche alla luce di questi dati che diventa quanto mai importante limitare al massimo i contenziosi relativi alla compravendita di un immobile: per questo i professionisti bolognesi, impegnati da sempre nel momento delicato dell’acquisto e della vendita della loro abitazione o di altri immobili, venerdì 18 ottobre dalle 14,30 presso la Sala Bolognini del Convento di San Domenico, promuovono un incontro aperto a tutta la cittadinanza che, patrocinato dal Comune di Bologna, ha l’obiettivo di fare chiarezza rispetto alla necessità di effettuare, prima della stipula di un atto di compravendita, le verifiche relative alla regolarità edilizia e catastale del bene.
L’iniziativa è promossa dal CUP-ER (Comitato Unitario degli Ordini e dei Collegi Professionali dell’Emilia-Romagna), dal Consiglio notarile, dagli Ordini degli Ingegneri, Architetti, dei Dottori agronomi, dai Collegi dei Geometri, Periti industriali, con il patrocinio del Comune di Bologna e la partecipazione delle sezioni bolognesi di Federconsumatori, Lega Consumatori, UNC – Unione Nazionale Consumatori, Citttadinanzattiva, ASPPI (Associazione Sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari), Assoproprietari, Associazione Piccoli Proprietari Case, Associazione Proprietari Utenti, Unione Piccoli Proprietari Immobiliari, UNIONCASA, Federazione Italiana Mediatori ed agenti d’Affari, FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali).
Il convegno – coordinato dal presidente del CUP-ER, il comitato unitario delle professioni dell’Emilia-Romagna, Alberto Talamo – inizierà alle ore 14,30 con i saluti istituzionali e avrà come fulcro le relazioni di Alessandro Panzera, del Consiglio Notarile di Bologna, che evidenzierà il ruolo di controllo del notaio nelle compravendite, seguito da quella di Franco Taddia, dell’Ordine degli Ingegneri di Bologna, che verterà invece sulla corrispondenza tra stato di diritto e stato di fatto dell’immobile. Sulle sanatorie alla luce delle richieste presentate in Comune interverrà invece Andrea Menarini, responsabile Progetti complessi, Interventi Produttivi e Tutor d’Impresa del Settore Servizi per l’Edilizia Comune di Bologna mentre Roberto Maccaferri, Presidente FIMAA Bologna, si soffermerà sull’importanza dell’analisi documentale.
Nelle compravendite immobiliari le problematiche relative alla regolarità urbanistica rappresentano una delle più insidiose criticità. Infatti, mentre l’indagine nei registri immobiliari e catastali è resa agevole dalla ormai consolidata informatizzazione delle relative banche dati, che ne rendono immediato e sicuro il controllo, la concreta verifica dello stato dell’immobile è gravosa in termini di tempo e risorse. Al fine di colmare tale lacuna, e rendere quindi più sicuro l’acquisto immobiliare, alcuni Notai, in tempi recenti, hanno iniziato ad eseguire con propri mezzi l’accesso agli atti dei Comuni, richiedendo il rilascio in copia di titoli edilizi e relativi elaborati al fine di verificare, insieme ai clienti, la conformità dello stato di fatto dell’immobile rispetto a quanto risultante dall’ultimo titolo abilitativo. Ovviamente tale modalità operativa, pur rivelandosi in molti casi efficace ed in grado di ridurre sicuramente il rischio di irregolarità ed il relativo contenzioso, non è sempre sicura, se eseguita in assenza di opportuno sopralluogo tecnico, e quindi priva della verifica in loco dello stato di fatto. Per ovviare al problema, in alcune Regioni, tra cui Emilia-Romagna e Toscana, si è diffusa la prassi di dotare l’immobile oggetto di vendita di una Relazione Tecnica, resa da professionisti abilitati alla presentazione degli atti presso il Catasto e gli Uffici Tecnici Comunali, per accertarne la conformità edilizia e catastale, e porre così immediato rimedio alle eventuali difformità riscontrate.
“Per i professionisti – spiega il presidente del CUP-ER Alberto Talamo – si tratta di una importante opportunità professionale che li mette in condizione di svolgere un compiti non ‘burocratico’ ma al servizio concreto del cittadino che sta acquistando o vendendo un immobile e può farlo in assoluta tranquillità. E, nel caso, ‘scoprendo’ irregolarità che possono essere facilmente sanate. Il miglior esempio del fatto che il professionista lavora a tutela del cittadino”.
Per Claudio Babbini, Presidente del Consiglio notarile di Bologna: “Iniziative come questa non possono non vedere i notai in prima linea. L’interesse della collettività alla prevenzione del contenzioso nell’ambito della contrattazione immobiliare è stato posto dal legislatore nella mani del notaio. La funzione preventiva è l’essenza della nostra professione, una funzione della quale dobbiamo essere orgogliosi, perché fornisce un contributo essenziale al paese in termini di risparmio di spesa per l’amministrazione della giustizia”.