I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito nel cosiddetto settore “lavoro domestico” indagini di polizia economico-finanziaria che, nei primi 9 mesi del 2019, hanno già permesso di scoprire 72 “evasori totali”, appartenenti alla categoria di “colf” e “badanti”.
Le indagini, inquadrate nell’operazione di servizio denominata “Domestic Workers” e svolte in particolare dai finanzieri della Compagnia di Imola, hanno permesso, da una parte, di recuperare a tassazione ingenti redditi non dichiarati e, dall’altra, di poter contrastare le indebite percezioni di “prestazioni sociali agevolate”, erogate per l’appunto in favore di soggetti completamente sconosciuti al fisco.
In particolare, le attività ispettive hanno consentito ai militari di individuare numerosi soggetti – quasi esclusivamente provenienti da Stati dell’est Europa – che, pur avendo percepito redditi per lavoro domestico, non avevano mai presentato le previste dichiarazioni dei redditi (molti dei quali addirittura dal 2013).
I controlli eseguiti dai finanzieri hanno quindi consentito di proporre alla competente Agenzia delle Entrate recuperi a tassazione di redditi non dichiarati per oltre 3,6 milioni di euro (una media di evasione di circa 50 mila euro per soggetto, con una punta di 80 mila euro evasi da una cittadina rumena).
Inoltre, alcuni degli “evasori totali” scoperti, proprio in virtù della apparente assenza di fonti di reddito, avevano anche beneficiato di “prestazioni sociali agevolate” non spettanti (come ad esempio rimborsi per le “mense scolastiche”, contributi per locazioni di immobili ACER).