Saranno le Frecce Tricolori a rendere omaggio venerdì 21 giugno a Modena al monumento restaurato dedicato al colonnello pilota Fulvio Setti, medaglia d’oro al valor militare, e “ai caduti dell’aria modenesi militari e civili”. Il monumento degli Aviatori si trova all’incrocio tra la via Emilia ovest e viale Italia, al limite dell’area del parco Ferrari dove si sviluppava l’Aerautodromo di Modena, ed è realizzato utilizzando un esemplare di aeroplano da addestramento, un Fiat G46 prodotto tra il 1948 e il 1952, un biposto in uso anche all’Aeroclub modenese fino al 1972. Prima del sorvolo della città da parte delle Frecce, venerdì sarà proprio un esemplare di Fiat G46 del tutto uguale a quello del monumento ad attraverso il cielo di Modena in un’esibizione insieme ad altri velivoli storici.
La manifestazione inaugurale, dopo i lavori di restauro che si sono svolti nei mesi scorsi, è stata presentata oggi, lunedì 17 giugno, in una conferenza stampa in Municipio con il sindaco Gian Carlo Muzzarelli insieme al colonnello Aldo Anzivino, presidente dell’Associazione Arma Aeronautica della provincia di Modena, al curatore dell’iniziativa Marzio Cavazzuti, e a Vittorio Setti, Anna Maria e Carlo Ventura, rappresentanti della famiglia di Fulvio Setti, entrambi impegnati nell’azienda Setti Ferramenta che ha sostenuto le spese dell’intervento di manutenzione e restauro.
Venerdì 21 giugno l’appuntamento è alle 10.30 nell’area del monumento dove, con l’accompagnamento della banda cittadina, le autorità provvederanno a scoprire la lapide marmo in memoria dei caduti e a deporre una corona. Nel frattempo, il cielo di Modena sarà solcato da alcuni aerei della sezione di Reggio del Gruppo amici dei velivoli storici storici, mentre alle 11.15 circa è previsto il sorvolo della pattuglia acrobatica nazionale delle Frecce Tricolori, con un primo passaggio degli aerei in formazione provenienti da nord e un secondo, da sud, con i fumogeni a formare il tricolore.
Si tratta della seconda volta in cui le Frecce Tricolori volano sul cielo di Modena. La prima è stata nel 2007, in occasione dei funerali del maestro Luciano Pavarotti. In realtà la Pattuglia acrobatica nazionale si esibì a Modena anche il 19 maggio 1955: ma non erano ancora la Frecce, nate nel 1961, si chiamavano “Tigri bianche” ed erano inquadrate nel 51° Stormo di Istrana.
Venerdì 21 giugno viale Italia sarà chiuso al traffico dalle 10 alle 12 nel tratto compreso tra strada San Faustino e via Emilia per quello che riguarda la corsia di marcia in direzione della via Emilia.
UN AEREO DIVENTATO SIMBOLO PER MODENA
Ha ritrovato i suoi colori originali l’aereo che dal 26 marzo del 1995 si trova nella zona dell’incrocio tra via Emilia ovest e viale Italia, a due passi dalla caserma Pisacane ma, soprattutto, nei pressi dell’area che tra il 1950 e i primi anni Settanta ha ospitato l’Aerautodromo di Modena. L’intervento di restauro realizzato negli ultimi mesi non ha riguardato solo il ripristino della livrea del Fiat G 46, con motore Alfa Romeo e carrello Macchi, ma si è intervenuti anche con la manutenzione della superficie del velivolo e degli elementi artistici e simbolici in cui è inserito come monumento alla memoria dei caduti dell’aria modenesi.
Tra gli interventi realizzati a cura di Setti Ferramenta, con il coordinamento del settore Lavori pubblici del Comune, anche un miglioramento dell’area verde in cui è collocato il monumento, del vialetto d’accesso e dell’illuminazione, oltre alla videosorveglianza. Ripristinate anche le luci verdi e rosse sulle ali dell’aereo che, al suo interno, ha ancora i comandi originali.
Il velivolo è lungo 10 metri e 40 centimetri, alto 2,40 metri e ha un’apertura alare di quasi 8 metri e mezzo, con una superficie alare di 16 metri quadri. Vuoto l’areo pesava 1.100 chili e al decollo poteva arrivare a 1.410; utilizzato nell’addestramento dei piloti, aveva un’autonomia di 500 chilometri e poteva toccare i 312 chilometri all’ora di velocità.
Dopo la dismissione nel 1972, l’Aeroclub di Modena lo vendette al Comune di Castel Bolognese che lo utilizzò per anni come attrazione in un parco. Ormai in degrado, venne acquistato nel 1993 dal Comune di San Possidonio e poi restaurato con la collaborazione delle associazioni locali per diventare il monumento inaugurato due anni dopo a Modena.
FULVIO SETTI AUTENTICO EROE DEL CIELO
Fulvio Setti ottenne la medaglia d’oro al valor militare a 29 anni, nel maggio del 1943, per aver eroicamente messo in salvo il suo equipaggio e altri militari con il suo aereo da trasporto in un’azione avventurosa tra l’Italia e la Tunisia. Già l’anno prima, tenente pilota assegnato al Gruppo C dei Servizi aerei speciali, aveva ottenuto la medaglia d’argento dopo un atterraggio su di una pista di fortuna: il suo velivolo, che trasportava munizioni pesanti, era stato colpito dai caccia nemici.
Giovane atleta (partecipò anche alle Olimpiadi del 1936 nei 110 ostacoli), appassionato pilota, laureato in Economia, richiamato in servizio durante la guerra, prese parte a 220 voli.
Insieme al fratello Gaetano ha lavorato nel negozio di ferramenta di famiglia, aperto dal padre Alberto nel 1910 in piazza Mazzini. Un’azienda dove oggi, nella sede del Villaggio Torrazzi, lavorano ancora Vittorio Setti, figlio di Gaetano, e i due nipoti di Fulvio: Carlo e Anna Maria Ventura.
Fulvio Setti, scomparso il 19 marzo 1991, a Modena è stato presidente del Coni, dell’Aeroclub e dell’Ente provinciale per il turismo. A lui venne intitolato nel 1996 il Deposito centrale dell’Aeronautica militare, mentre nel 2015 gli è stata co-intitolata la sezione dell’Associazione Arma Aeronautica di Modena.
La sua figura è strettamente legata all’Aerautodromo della città che venne realizzato lungo la via Emilia, dove la tra due guerre era stato costruito il primo aeroporto.
L’inizio della storia dell’aviazione a Modena, però, è di qualche anno prima. È nella primavera del 1911, infatti, che due audaci piloti decollano dall’ippodromo vicino al Foro Boario a bordo di un Blèriot che sale fino a centro metri di quota per atterrare sei minuti dopo.