“Quasi 15 anni persi per un progetto sbagliato, voluto testardamente dall’amministrazione e non condiviso con la città. Muzzarelli fa dietrologia davanti allo stop arrivato dalla Commissione regionale del segretariato per l’Emilia-Romagna del ministero dei Beni e delle attività culturali (Mibac). Uno stop, secondo il sindaco, arrivato da una “minoranza di imbalsamatori e di burocrazie ministeriali” coperta dal “Governo grillino leghista”. Molto probabilmente una minore arroganza del sindaco e un maggiore ascolto oggi vedrebbero già avviati il recupero e la riqualificazione dell’intero complesso. Invece tutta la comunità modenese è ferma al palo”. Così Modena in MOvimento – MoVimento 5 Stelle Modena che prosegue:

“Come più volte sottolineato dal M5S, la procedura tanto sbandierata dall’attuale Giunta non dava nessuna garanzia. La trovata dell’accordo di programma e della conferenza dei servizi non sono stati sufficienti per portare il punto a casa da parte dell’attuale amministrazione PD. Tre amministrazioni si sono arroccate con forza sulle proprie posizioni per dare almeno l’impressione di un avvio del progetto, bocciato dal Tar nel 2015 e oggi dalla Sovrintendenza. I nodi purtroppo vengono al pettine. Il Movimento 5 Stelle Modena ritiene che sia fuori discussione il fatto che il complesso del Sant’Agostino vada recuperato in tempi brevi e che la destinazione culturale sia importante per la crescita dei cittadini e della comunità. Occorre però una valutazione seria e competente (coinvolgendo la cittadinanza) che individui il nucleo centrale, l’idea forte in grado di tenere assieme raccolte, oggetti e saperi. I servizi educativi, i laboratori che già in qualche modo sono presenti sono una buona base, ma bisogna dare una connotazione specifica al tutto. Bisogna partire dal progetto culturale, cioè dai contenuti, e su questi impostare la riqualificazione a livello architettonico e strutturale. E’ doveroso anche che si presenti un business plan per la gestione di questi istituti e attività per evitare il rischio di creare una cattedrale nel deserto”.

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“Ma quali “imbalsamatori” e “burocrazie ministeriali”: lo stop alla riqualificazione del S.Agostino, arrivata dalla commissione regionale sulla base delle valutazioni della Soprintendenza Archelogia belle arti di Modena porta la firma di Gian Carlo Muzzarelli. Il fallimento di quello che poteva essere un progetto importante, capace di lanciare il brand “Made in Modena”, è solo sua: della sua incapacità di fare squadra, nello specifico con le istituzioni culturali coinvolte nel progetto medesimo, e dell’aver perso tempo insistendo sul progetto “Aulenti”.

Stefano Prampolini, candidato sindaco di Piazza Grande, sostenuto da una coalizione guidata dalla Lega, non guarda ad acrobazie linguistiche e punta dritto il dito contro l’attuale sindaco di Modena “che, con l’altolà alla ristrutturazione del S.Agostino, non fa che incassare l’ennesimo insuccesso”.

“Del resto – punge Prampolini – le difficoltà di un Muzzarelli arrivato all’ultimo chilometro si evincono anche dalle farneticazioni con le quali accusa generiche “burocrazie ministeriali”, dimenticando che il progetto S.Agostino ha preso le mosse anni addietro, quando le “burocrazie ministeriali” erano del suo colore politico”.

“E poiché i fatti non danno adito a dubbi, è ora che questo Pd prepari le valigie e si appresti a tornare a casa” conclude Prampolini.

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“La bocciatura tecnica del ministero ad elementi fondanti del progetto di ristrutturazione dell’edificio dell’ex S.Agostino sconfessa le scelte di metodo e di merito assunte dall’amministrazione PD. Un fallimento su tutta la linea. Una cartina al tornasole per l’arroganza con cui, con velleitarie mania di grandezza, l’attuale amministrazione ha voluto portare avanti il progetto, insistendo su procedure come la conferenza dei servizi non condivise; procedure che a ragione l’opposizione in consiglio comunale aveva contestato, prevedendo che in questo modo l’amministrazione ed il suo progetto sarebbero andati a sbattere. Così è stato” dichiara Avv. Piergiulio Giacobazzi Commissario provinciale Modena e Capolista Forza Italia a Modena.

“Anziché invertire la rotta sui fallimenti delle precedenti amministrazioni PCI-PDS-DS-PD che dal 1995 e dalla Porta di Ghery in poi, si sono succedute, Muzzarelli ne ha fotocopiato l’inqualificabile risultato. Capiamo l’imbarazzo del sindaco di Modena nel dovere ammettere l’ennesimo fallimento, e la delusione che questo mancato risultato politico non sia stato nascosto alla città fino alle elezioni, ma se c’è qualcuno con cui oggi dovrebbe prendersela non è con chi, sul piano tecnico, ha bocciato il progetto, ma con se stesso ed i suoi predecessori che in 20 anni non hanno concluso nulla per potere riconsegnare alla città un edificio storico così importante”.