Si conferma nel primo trimestre 2019 la diminuzione del numero delle imprese in Emilia-Romagna, ma la dinamica è ridotta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ questo in sintesi quanto emerge dalla lettura dei dati del Registro imprese delle Camere di commercio sulla natalità e mortalità elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Le imprese attive a fine marzo erano 400.031, ovvero 2.437 in meno (-0,6 per cento) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. La perdita si è ampiamente ridotta rispetto allo stesso trimestre del 2018 e risulta la più contenuta degli ultimi tre anni. La tendenza alla riduzione delle imprese attive nel primo trimestre dell’anno prosegue comunque ininterrotta dal 2012. A livello nazionale le imprese attive sono risultate in lieve flessione (-0,2 per cento).
I settori di attività economica. A livello di macro settori, la base imprenditoriale regionale dell’agricoltura continua a restringersi, costruzioni e dell’industria contengono le perdite, mentre l’aggregato dei servizi conferma la lieve flessione dello scorso anno, risultato delle tendenze negative e positive al proprio interno.
In dettaglio, la riduzione delle imprese attive è stata più rilevante e si è ampliata nell’insieme del commercio (-1.432 unità, -1,6 per cento), mentre è risultata più contenuta nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-929 unità, -1,6 per cento) e nelle costruzioni (-720 unità, -1,1 per cento). Segno rosso anche per l’industria manifatturiera che riduce sensibilmente la perdita a 443 unità (-1,0 per cento) e il trasporto e magazzinaggio. Segnali positivi vengono solo dagli altri settori dei servizi, in primo luogo dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+320 unità, +2,0 per cento), quindi dall’aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+248 unità, +2,0 per cento) e dalle imprese dell’immobiliare (180 unità, +0,7 per cento).
Spicca la rapidità della crescita delle attive nella sanità e assistenza sociale (+2,9 per cento) e dell’istruzione (+2,8 per cento), ambiti nei quali lo stato del settore pubblico ha lasciato ampi spazi all’imprenditoria privata.
Gli andamenti sono nettamente divergenti anche per le tipologie di forma giuridica delle imprese. La riduzione della base imprenditoriale è stata determinata dall’andamento negativo delle ditte individuali, scese di 3.261 unità (-1,4 per cento), il più ampio dal 2016, e dalla riduzione più rapida delle società di persone (2.035 unità, -2,6 per cento), accentuatasi rispetto allo scorso anno. Queste ultime risentono in negativo dell’attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene invece il forte aumento tendenziale delle società di capitale (+2.955 unità, +3,4 per cento), il più elevato nel primo trimestre degli ultimi dieci anni.
Le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 451.413 a fine marzo, 2.925 (-0,6 per cento) in meno rispetto alla fine del 2018. La riduzione congiunturale rilevata è la più elevata dal 2015 rispetto a quelle riferite al primo trimestre. A livello nazionale la tendenza è risultata analoga per la base imprenditoriale (-0,5 per cento). Nel trimestre, le iscrizioni (8.590) sono aumentate. Le cessazioni (11.569) sono aumentate più rapidamente rispetto allo stesso trimestre del 2018, ma rimanendo attorno ai valori prevalenti dal 2015.