Alla base del trapianto c’è la donazione, un atto volontario, consapevole, gratuito e anonimo, di quegli organi che, nella maggioranza dei casi, non possono essere ricostruiti artificialmente. Per questo servono sempre più donatori che, con il loro gesto, possono contribuire a rispondere in modo efficace alle tante richieste dei pazienti in attesa di trapianto.
A Mirandola è attiva un’équipe che si occupa di informare i cittadini e i famigliari di potenziali donatori sul valore e la necessità della donazione di organi: “Abbiamo avuto diversi casi di prelievo di cornee dal 2015 al 2018, circa 15 su Mirandola – spiega Giulio Da Como, infermiere coordinatore del progetto sul Santa Maria Bianca – ma la cosa importante è riuscire a creare una cultura rispetto alla donazione. Notiamo infatti che la conoscenza è ancora scarsa, chi ha già scelto di donare i propri organi è più informato, ma molti altri cittadini non hanno idea in proposito. Vogliamo quindi contribuire a creare più sensibilità, informare sull’importanza di ogni donazione, quella del sangue come quella dei tessuti e degli organi, altrettanto preziosi per chi è in attesa di trapianto”.
In questi ultimi due anni è stato pienamente raggiunto e superato l’obiettivo regionale per l’Azienda USL di Modena nella sede di Carpi-Mirandola, di 22 donatori di cornee, con un incremento, nel 2018, del 90% di donazioni rispetto alla richiesta del Centro Regionale Trapianti. Grazie a questi risultati anche sul nostro territorio persone completamente cieche, proprio grazie alla donazioni, hanno riacquistato la vista.
In particolare l’équipe Mirandolese, in sinergia con l’UO di Anestesia e rianimazione dell’Area Nord della provincia, è composta da un medico prelevatore e un infermiere appositamente formati. Il prelievo avviene nel pieno rispetto del corpo del defunto: “È una vita che dà vita – chiarisce Da Como –, certo non sempre va a buon fine, in quanto la compatibilità è un dinamismo delicatissimo, ma proprio per questo bisogna aumentare il numero di donatori. Preciso inoltre che, qualora il trapianto non sia possibile, gli organi e i tessuti espiantati vengono comunque utilizzati per lo studio e, nel caso di parte delle cornee (la sclera, se in buone condizioni), anche per la cura del glaucoma. Un doppio valore dunque, sul quale voglio invitare tutti i nostri concittadini a riflettere”.
Dalla donazione al trapianto
Dopo l’espianto, la cornea viene inviata alla Banca delle cornee di Bologna, centro di riferimento regionale che effettua analisi sui tessuti da trapiantare. Il trapianto è un intervento chirurgico che consiste nella sostituzione di un organo o tessuto malato, quindi non più funzionante, con uno sano dello stesso tipo proveniente da un altro individuo che viene chiamato donatore. È una prestazione sanitaria che rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e, proprio per questo, è completamente gratuita e si esegue in strutture pubbliche autorizzate dalle Regioni sulla base di determinati requisiti. Grazie ai progressi della medicina moderna e alla presenza di una rete organizzativa sempre più efficiente, oggi il trapianto è un intervento routinario in grado di salvare migliaia di vite ogni anno. Nel 2017 ad esempio – ultimo dato nazionale disponibile – sono stati 14.799 i donatori di tessuti e sono stati eseguiti 16.695 trapianti; più di 5.000 persone hanno riacquisito la vista grazie al trapianto di cornea.