“L’analisi costi benefici sulla Bretella Campogalliano-Sassuolo arriva fuori tempo massimo. Adesso è ora di cominciare i lavori, non di trovare artifici per bloccarli per l’ennesima volta”. Gilberto Luppi, presidente generale Lapam Confartigianato, è molto netto nel commentare la decisione del Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti sull’allungamento della A22.
“Ci sono tanti nomi per le autostrade: Autosole, Autobrennero, Cisa, Brebemi… la Bretella rischia di diventare famosa come ‘l’autostrada del mai’. Ma questo non è accettabile. Non è accettabile perché, dopo quarant’anni di attesa, finalmente l’iter è arrivato alla conclusione, con denaro privato (come noto il contributo pubblico per la realizzazione dell’opera verrà interamente restituito nei primi anni di gestione) e con tutte le valutazioni fatte e finite. Che adesso il Governo metta i bastoni tra le ruote a quest’opera è francamente troppo: il territorio, ma è meglio dire il Paese, ha bisogno di infrastrutture all’altezza delle sfide che le imprese hanno davanti. La Campogalliano-Sassuolo – prosegue Luppi – non è lo sfizio di qualche imprenditore, ma rappresenta il colmare un ritardo storico che ha penalizzato fortemente un distretto d’eccellenza. Senza contare che è stato nel frattempo realizzato, e ha iniziato a funzionare, lo Scalo Merci di Marzaglia: ora che facciamo? Intasiamo la via Emilia rendendola impraticabile o facciamo in modo che lo scalo intermodale funzioni in modo razionale come scambio tra gomma e rotaia (avendo come effetto anche quello di abbassare l’inquinamento)? E’ chiaro per tutti che uno Scalo Merci non collegato rischia di diventare una cattedrale nel deserto”.
Il presidente Lapam Confartigianato conclude: “Qualche mese fa a Milano abbiamo detto che siamo ‘Quelli del sì’. Ma non diciamo sì alle infrastrutture a capocchia, tanto per fare, ma diciamo sì alle opere indispensabili per la competitività del territorio. La Bretella, certo, e anche la Cispadana. I vice premier, venendo alla nostra assemblea nazionale lo scorso giugno, ci avevano fatto promesse circa il rilancio della piccola e media impresa diffusa, che è anche quella che lavora in favore delle grandi imprese e che ha bisogno di infrastrutture all’altezza. Ci furono fatte promesse ben precise: ora è il momento di mantenerle”.