Sono le relazioni d’odio il tema della quarta edizione di “L’Antibarbarie”, il ciclo di incontri dedicato alla cultura del dialogo come strumento per vincere i pregiudizi e costruire relazioni rispettose, che comincia venerdì 15 febbraio, alle 17.30, in Galleria Europa, con un incontro sulle responsabilità dello sport nell’educazione e nella società.
Aperto dai saluti di Andrea Bosi, assessore a Europa e cooperazione internazionale, l’appuntamento si intitola “Ma è solo sport!” e sarà condotto da Paolo Zarzana, vice presidente del Csi di Modena e da Yaya Camara e Anna Scripcaru, arbitri Csi Modena.
“L’antibarbarie” affronta quest’anno il tema delle relazioni d’odio nelle diverse declinazioni, frutto di ignoranza e pregiudizio, che l’ostilità verso gli altri può assumere nello sport, sui social media, nei rapporti di vicinato, nella cattiva educazione. Cinque in tutto gli appuntamenti in programma fino a maggio: oltre al primo dedicato allo sport, venerdì 15 marzo, con “È falso ma se lo merita!” sarà approfondito il tema dell’odio che viaggia sui social e sui media; venerdì 12 aprile sarà la volta di “Là fuori c’è il mio nemico”, sui conflitti urbani e i rapporti di vicinato; venerdì 10 maggio è previsto “Nessuno te l’ha mai insegnato? Scuola del qualunquismo o scuola della buona cittadinanza?”. Agli incontri si aggiunge il seminario-laboratorio “Andare oltre i luoghi comuni. Le prevenzioni e gli stereotipi”, previsto sabato 13 aprile. Per informazioni: Europe Direct Modena 059 2032602.
Con la quarta edizione cresce la rete dei partner che promuovono “L’antibarbarie”. Accanto agli storici promotori, Movimento Nonviolento e ufficio Politiche europee e Relazioni internazionali del Comune, ci sono quest’anno l’Università di Modena e Reggio Emilia, con il Centro interdipartimentale di ricerca su Discriminazioni e vulnerabilità, Coop Sociale “Mediando” e Caritas Diocesana.
“L’Antibarbarie” è la nonviolenza, con il suo bagaglio teorico e pratico fondato sul dialogo e sull’ascolto, cornice entro la quale costruire relazioni rispettose e giuste, nei diversi contesti sociali in cui si presentano criticità e conflittualità. È la strada maestra per realizzare incontro, inclusione, condivisione in una società attraversata da preoccupanti lacerazioni, da paure e sentimenti d’odio, frutto in larga misura di disinformazione e pregiudizi.
I conflitti sono componente naturale nelle relazioni, sia su scala micro, che macro. Imparare modalità e tecniche per gestirli con mezzi pacifici, è condizione per evitare la loro degenerazione in scontro insanabile, violenze o guerra. In questa “rivoluzione culturale” si colloca anche un radicale ripensamento della concezione dell’alterità e della diversità, non come minaccia, ma come risorsa. Buona informazione, conoscenza, incontro, dialogo, ascolto, educazione alla cittadinanza responsabile sono i rimedi che possono allontanare odio e intolleranza, in una società che sconfigge la paura e scopre la ricchezza delle diversità.