Monsignor Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola sarà di nuovo gradito ospite dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, questa volta all’Ospedale Civile di Baggiovara – domani, giovedì 14 febbraio in occasione della XXVII Giornata Mondiale del Malato che, come ogni anno, si celebra l’11 febbraio, giorno della prima apparizione della Madonna a Lourdes. Mons. Castellucci ha accettato l’invito del Direttore Generale, Ivan Trenti, del Parroco, don Ilario Cappi e del Cappellano don Carlo a incontrare non solo una rappresentanza dei pazienti ma anche dei professionisti che ogni giorno lottano con la malattia al Policlinico di Modena e all’Ospedale Civile di Baggiovara. Ha garantito inoltre la sua presenza il Sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli.
L’appuntamento è alle ore 14,00 alla sala P. Vecchiati. Nel corso dell’incontro, alcuni professionisti dell’AOU di Modena porteranno la propria testimonianza sul rapporto tra paziente e operatore sanitario: Lorenzo Iughetti, Direttore Pediatria, Federica Ferri, coordinatore infermieristico dell’Oncologia, Licia Tonelli, coordinatore infermieristico della Neurologia, Paolo Barbieri, Responsabile URP.
A seguire, Mons. Castellucci visiterà la Geriatria e la Neurologia dell’Ospedale Civile. Alle ore 16.30 celebrerà la Messa nella Chiesa dell’Ospedale (Corpo 8, piano 0).
Il tema di quest’anno è tratto dal Vangelo di Matteo (Mt 10,8): “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. “La gratuità umana” ha scritto Papa Francesco “è il lievito dell’azione dei volontari che tanta importanza hanno nel settore socio-sanitario e che vivono in modo eloquente la spiritualità del Buon Samaritano”.
La Direzione, i professionisti e i pazienti dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria ringraziano Mons. Castellucci per aver accettato l’invito.
La Giornata del Malato
La Giornata Mondiale del Malato è stata voluta da San Giovanni Paolo II nel lontano 1992, ha lo scopo di sensibilizzare le comunità cristiane e la società civile sui problemi della cura e dell’assistenza nei confronti di chi soffre, richiamando – altresì – l’impegno sociale del volontariato sanitario, aiutando i malati a sentirsi soggetto attivo nella comunità, non solo cristiana, e ponendo l’accento sulla necessità di pervenire ad una effettiva umanizzazione della cura e dei luoghi di cura.